(ASI) Mentre si acuisce sempre più la tensione in Ucraina, gli esecutivi occidentali cercano di trovare una soluzione condivisa per mitigare le conseguenze del conflitto. Martedì 11 ottobre si è tenuta la riunione straordinaria del G7, il gruppo dei sette Stati maggiormente avanzati al mondo.
I capi di governo di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti si sono dati appuntamento in forma virtuale assieme alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al presidente del Consiglio Charles Michel. A convocare d’urgenza la seduta è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, presidente di turno del G7, sollecitato dal premier ucraino Volodymyr Zelensky.
Sullo sfondo, il massiccio attacco missilistico russo sferrato il giorno precedente alla capitale Kyiv e ai principali centri urbani ucraini, responsabile della morte di decine di civili. Una violenta offensiva in risposta all’attentato che poco prima aveva fatto saltare in aria il ponte di Kerch, opera strategica inaugurata da Vladimir Putin in persona con l’obiettivo di collegare la Russia alla Crimea.
Ospite del vertice, Zelensky è intervenuto facendo il punto della situazione militare sul campo, invitando ad aumentare la pressione sul Cremlino e invocando aiuti economici volti a ripristinare le infrastrutture danneggiate nel corso dei lunghi mesi di guerra.
I membri del G7 hanno deciso di accogliere in pieno le sue richieste. Nel comunicato ufficiale redatto in chiusura della videoconferenza, hanno definito l’attacco missilistico “un crimine di guerra” ed esortato Putin a cessare le ostilità e richiamare “immediatamente, completamente, incondizionatamente” tutte le sue truppe. I capi di governo, inoltre, hanno ribadito il fermo proposito di appoggiare l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Si sono impegnati a fornire a Kyiv sostegno finanziario, umanitario, militare e diplomatico “per tutto il tempo necessario”. Si sono detti pronti a imporre ulteriori sanzioni economiche contro la Russia allo scopo di scoraggiare nuovi colpi di mano.
Il vertice ha rappresentato, oltre a ciò, una preziosa occasione per reiterare la disapprovazione degli Stati del G7 nei confronti delle recenti azioni portate avanti dal Cremlino. I membri, infatti, hanno reso noto di non voler in alcun modo riconoscere l’annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson poiché la considerano illegale. Hanno, in aggiunta, accusato Mosca di inasprire deliberatamente il livello dello scontro ricorrendo alla costante minaccia dell’impiego di armi nucleari e alla mobilitazione parziale dei riservisti dell’esercito. A tal proposito, il comunicato deplora la condotta del presidente bielorusso Aljaksandr Lukashenko, il quale ha assicurato alla Russia l’invio di propri contingenti militari di rinforzo.
Per il G7 la soluzione al conflitto passa attraverso quattro punti fondamentali: la protezione della sovranità ucraina secondo i principi della Carta delle Nazioni Unite, l’incremento delle capacità difensive di Kyiv, l’impegno internazionale per la ricostruzione del paese, il perseguimento in via giudiziaria dei crimini commessi dai russi durante la guerra.
Mosca, dal canto suo, punta il dito contro Zelensky ritenendolo il mandante dell’attacco all’imponente viadotto stradale e ferroviario di Kerch, lungo più di 18 chilometri. Putin ha alzato la posta in gioco e avvertito che se Kyiv tenterà di perpetrare attentati terroristici riceverà in cambio una dura risposta. Al termine del G7, il portavoce del Cremlino non si è detto sorpreso dal convinto appoggio degli Stati membri all’Ucraina. "Siamo ben consapevoli del clima che aleggiava nel vertice, era facile da prevedere" ha spiegato Dmitry Peskov all’agenzia di stampa russa Tass. Alla domanda su come reagirà la Russia se i membri del G7 continueranno a inviare armi all'Ucraina, Peskov ha replicato con fermezza: "Prendiamo atto della notizia di nuove consistenti forniture da parte di diversi paesi. Ovviamente, monitoreremo con la massima attenzione l’evolversi della situazione".
Marco Sollevanti – Agenzia Stampa Italia