(ASI) Una nuova grave situazione tanto umanitaria quanto geopolitica, come quella avvenuta a maggio, è possibile già a partire dalle prossime 24 - 48 ore in un’ area che non ha mai trovato una pace autentica.
La famosa marcia delle bandiere, manifestazione nazionalista israeliana organizzata da migliaia di coloni, religiosi nazionalisti e giovani di estrema destra per celebrare l’ occupazione di Gerusalemme est avvenuta nel 1967, rischia di "riaccendere la regione".
E’ stata la durissima minaccia che è stata lanciata oggi da Hamas.
L’ iniziativa di domani, rinviata in precedenza, “ è come un esplosivo che innescherà una nuova campagna per proteggere Gerusalemme e la moschea di Al-Aqsa", ha sottolineato in una nota il portavoce dell’ organizzazione che governa la Striscia di Gaza, Abd al-Latif Qanou, invitando i palestinesi ad "affrontare i coloni israeliani". Il rischio di una ulteriore escalation, già a partire dalle prossime ore, dunque è molto elevato. C’è la possibilità del lancio di ulteriori vettori dall’ enclave verso il territorio del “nemico sionista” e la risposta con raid aerei, del diretto interessato, nalle zone di provenienza. Entrambe le parti hanno già posto in massima allerta i loro uomini e mezzi. Tutti auspicano che la diplomazia riesca a frenare i tamburi che non preannunciano niente di buono.
L’ Onu, il Qatar e l’ Egitto erano riusciti, nella battaglia durata il mese scorso 11 giorni, a riportare la calma tramite il cessate il fuoco. Speriamo che esso non venga rotto e che non ci sia una guerra allargata,magari sotto la spinta delle grandi potenze come gli Stati Uniti e la Russia, all’ intera regione mediorientale. Sarebbe il primo banco di prova del nuovo governo israeliano che ha preso il posto di quello che era guidato da Benjamin Netanyahu.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia