(ASI) "Hamas e la Jhad Islamica hanno pagato e pagheranno un prezzo molto alto" per i loro attacchi. La campagna militare andrà avanti, richiederà tempo e useremo "la massima forza che abbiamo".
Lo ha dichiarato, questa sera, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un incontro con i giornalisti. Quest’ ultimo si è svolto presso la sede delle Forze Armate a Kyria (quartiere di Tel Avv) al termine di una riunione con i suoi più stretti collaboratori. L’ oggetto dell’ incontro ha riguardato il violento attacco, scagliato in serata, contro Tel Aviv e altre zone della nazione. "Il loro sangue è sulle loro mani", tuona in riferimento ai nemici.
"Le loro torri continueranno a crollare. Questo è solo l' inizio", ha tuonato il capo del governo in riferimento alla richiesta delle fazioni palestinesi di non prendere di mira questi edifici di Gaza, dicendosi pronte altrimenti a effettuare ulteriori rappresaglie su Tel Aviv. La tensione si è estesa però anche sul fronte interno. Un gruppo di cittadini arabi israeliani ha dato fuoco a una sinagoga e ad alcune auto, negozi e automobili parcheggiate nelle strade della città di Lod.
La notizia è stata divulgata da fonti locali. . "I battaglioni di confine della Giudea e della Samaria saranno trasferiti immediatamente" nell' area. "Ripristineremo la legge e l' ordine" qui "e in tutte le parti del Paese", ha scritto immediatamente su Twitter Netanyahu. Nuove minacce intanto dal leader di Hamas contro lo Stato ebraico: “Se Israele vuole un'escalation, la resistenza è pronta, se vuole fermarsi siamo pronti anche noi".
Ritiri le proprie forze dalla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. Lo dichiara il leader dell' organizzazione palestinese, Ismail Haniyeh, in un discorso televisivo. Altri scontri sono in corso però, da qualche ora, presso la moschea di Al - Aqsa situata in tale zona della Città Santa da cui si sono riacutizzate le tensioni con i palestinesi. Mancano, o ancora a essere ottimisti non si vedono almeno per il momento, spiragli di pace.
Attesa per la seconda riunione d’ urgenza, in tre giorni, del Consiglio di sicurezza dell’ Onu al Palazzo di Vetro di New York nella speranza che non si concludano con un nulla di fatto come le precedenti.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia