(ASI) La pace resta purtroppo ancora un miraggio e dunque una utopia che fatica a concretizzarsi. La Siria continua quindi a soffrire per le azioni che si ripetono, con sempre maggiore frequenza, specialmente da circa un anno.
Sono prese di mira maggiormente la parte orientale, quella centrale del paese e il confine con l’Iraq, dove si susseguono i sorvoli di caccia stranieri in cerca di pericoli da neutralizzare immediatamente, prima che sia troppo tardi. Non si fermano infatti le “operazioni chirurgiche” israeliane, cioè limitate e attuate dallo spazio aereo del vicino Libano nonostante l’apparente contrarietà di Beirut, sul suolo di Bashar al – Assad in nome della “sicurezza nazionale” che, a parere del premier Benjamin Netanyahu, sarebbe minacciata dalle forze presenti in esso. Almeno sei miliziani filo-iraniani, ma di nazionalità siriana, sono stati uccisi, nella tarda serata di ieri, da raid aerei attribuiti all’esercito di Gerusalemme. Lo ha comunicato, nelle ultime ore, l'Osservatorio nazionale per i diritti umani con sede in Gran Bretagna. L’azione è avvenuta, secondo la fonte come avviene solitamente, poco dopo la mezzanotte (ora locale) nei pressi della capitale Damasco. L’agenzia di stampa governativa Sana ha confermato l’offensiva, mettendo in evidenza che la contraerea locale ha risposto, in modo adeguato, radendo al suolo diversi missili, sparati dai jet con la Stella di David, prima che colpissero gli obiettivi contro i quali erano stati scagliati. L’aviazione nemica ha preso di mira, lanciando bombe e potenti vettori, l’aeroporto della città che è situato nel quadrante sud - est della periferia della località in questione. Sono presenti, nella zona, numerose postazioni e depositi di armi che sono controllati dai gruppi sostenuti da Teheran e riforniti periodicamente dalla stessa Repubblica Islamica bollata, dallo Stato ebraico, come sostenitrice del terrorismo internazionale.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia