(ASI) Non si placano le tensioni tra le superpotenze. Sono stati condannati, da un tribunale cinese a pene detentive fino a tre anni di carcere, dieci dei dodici cittadini di Hong Kong. Questi ultimi sono stati fermati e imprigionati, lo scorso agosto, con l’accusa di aver provato a fuggire, con una barca, dal gigante asiatico verso Taiwan.
L’ iniziativa non è andata a buon fine, in quanto il gruppo è stato intercettato dalle forze di sicurezza di Shenzhen, località situata nella parte meridionale della nazione del presidente Xi Jinping.Un paio di persone sono state incolpate di aver organizzato l'"attraversamento illegittimo dei confini". L’organo giurisdizionale, del distretto di Yantian, ha ordinato di porre loro dietro le sbarre rispettivamente per due e tre anni, mentre gli altri otto componenti del gruppo dovranno scontare sette mesi di reclusione per aver "oltrepassato illegalmente le frontiere". C’è, tra i diretti interessati dal provvedimento punitivo, anche Andy Li, esponente del movimento pro-democrazia, sostenuto soprattutto dall’Occidente, dell’ ex colonia britannica. I media di quest’ ultima hanno riferito che gli altri due membri della comitiva, entrambi minori, sono stati consegnati alla polizia dell’ isola. E’ in vigore qui, dallo scorso luglio, la contestata legge per la "sicurezza nazionale" voluta da Pechino, nonostante le aspre condanne, in particolare, degli Stati Uniti e dell’ Unione europea. L’ ambasciata americana, nella capitale, ha chiesto lunedì il rilascio di tutti i coinvolti in tale vicenda e la positiva conclusione definitiva di essa. E’ stato condannato intanto, a quattro mesi di carcere, l'attivista di Hong Kong Tony Chung Hon-lam, finito nel mirino "per aver insultato la bandiera cinese" e aver preso parte a una manifestazione non autorizzata.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia