(ASI) Le divergenze tra l’Occidente e la Cina non sembrano placarsi. Le distanze non coinvolgono soltanto gli Stati Uniti e il gigante asiatico, ma anche quest’ ultimo e l’ Unione europea.
"Le restrizioni alla libertà di espressione e all'accesso alle informazioni, le intimidazioni e la sorveglianza dei giornalisti, così come le detenzioni, i processi e le condanne di difensori dei diritti umani, avvocati e intellettuali in Cina, stanno crescendo e continuano a essere fonte di grande preoccupazione". Lo ha dichiarato oggi un portavoce dell'alto rappresentante della politica estera, del vecchio continente, chiedendo il "rilascio immediato" di Zhang Zhan, la giornalista che aveva raccontato la pandemia, legata al Covid – 19, nella città di Wuhan.
Bruxelles ha alzato la voce anche per domandare la liberazione, senza precondizioni, dell'avvocato dei diritti umani Yu Wensheng, e di altri difensori imprigionati inclusi Li Yuhan, Huang Qi, Ge Jueping, Qin Yongmin, Gao Zhisheng, Ilham Tohti, Tashi Wangchuk, Wu Gan, Liu Feiyue. Tutto ciò è avvenuto in un momento particolare, in quanto sono in corso le fasi finali dei negoziati relativi ad un nuovo accordo, che dovrebbe essere annunciato nei prossimi giorni, tra le parti. Il Bilateral investiment treaty punta a sviluppare, tra i contraenti, investimenti reciproci. L’intesa ha come scopo quello di generare parità di condizioni per gli affari delle imprese europee che operano nella nazione del Dragone. Quelle locali, a loro giudizio, operano in modalità preferenziali e dunque inaccettabili rispetto al principio della libera concorrenza. Il trattato intensificherà anche la protezione, nei confronti delle realtà imprenditoriali dell’ Europa, della proprietà intellettuale e vieterà il traffico tecnologico rafforzato. La sigla, nel minor tempo possibile, è voluta soprattutto dalla Germania. Berlino desidera tutelare così i notevoli interessi economici che ha in tale area del mondo.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia