(ASI) Le ultime dichiarazioni, che giungono da Hong Kong, non sono certamente rassicuranti. "Sento fortemente che dovremmo da soli trovare le soluzioni ed è questa anche la posizione del governo centrale, ma se la situazione dovesse diventare pessima, allora nessuna opzione può essere esclusa”.
Lo ha affermato la leader, del’ex colonia britannica, in una conferenza stampa convocata nelle ultime ore sull’isola. Carrie Lam ha evocato così l’ipotesi di domandare aiuto, alle truppe alleate di Pechino, per riportare l’ordine pubblico. L’obiettivo è quello di fermare, in modo definitivo, le proteste pro - democrazia che si susseguono, da tempo, senza il via libera delle autorità. Il mancato rispetto della prescrizione continua a generare scontri molto pesanti, tra i dimostranti spesso a volto coperto nonostante l’obbligo imposto venerdì di essere facilmente identificabili e la polizia locale, con feriti e numerosi arresti. Un ipotetico intervento militare cinese sarebbe condannato però pesantemente dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Washington e i suoi partner hanno invitato infatti, più volte ultimamente, il gigante asiatico a garantire la libertà di espressione. Il diretto interessato ha ammonito il paese d’oltreoceano e altre nazioni occidentali ad evitare ingerenze nei propri affari interni. La guerra commerciale avviata dal numero uno della Casa Bianca, Donald Trump contro il suo omologo Xi Jinping non contribuisce sicuramente a rasserenare il clima, sempre più cupo, tra le due superpotenze.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia