(ASI) C’è da augurarsi che tutto ciò non rappresenti la scintilla che porti ad un conflitto dalle conseguenze, regionali e mondiali, inimmaginabili.
Aumenta infatti la tensione, già alle stelle, tra gli Stati Uniti e l’Iran. I Guardiani della Rivoluzione di Teheran hanno annunciato, nelle ultime ore, la notizia dell’abbattimento di un drone americano nel proprio spazio aereo. Secondo Washington, il veicolo spia stava volando però, prima di essere raso al suolo, in quello internazionale in pieno rispetto delle norme riconosciute a livello globale. Il pentagono ha confermato così la veridicità dell’episodio denunciato dal governo degli Ayatollah. Il rischio di un conflitto, tra le due nazioni, resta dunque molto elevato dopo l’attacco, attribuito da Donald Trump all’esercito dei Pasdaran, avvenuto la settimana scorsa contro due petroliere nel Golfo dell’Oman. Il tycoon ha deciso, in conseguenza dell’evento, di aumentare la presenza delle proprie truppe e mezzi militari a scopo difensivo, nell’area di crisi, nonostante le critiche di Russia e Cina schierate a favore della Repubblica Islamica. Il quadro potrebbe complicarsi inoltre per la scelta di quest’ultima di aumentare l’arricchimento dell’uranio, a partire dai prossimi giorni, lanciando l’ennesima sfida alla comunità internazionale. Essa continua a chiedere il rispetto dell’accordo sul nucleare del 2015, nonostante la decisione della Casa Bianca di ritirarsi dall’intesa per compiacere l’alleato Israele. Fonti Usa hanno riferito inoltre dello svolgimento di “riunioni incessanti”, da una settimana, dei vertici della Difesa per valutare ipotetici raid limitati allo scopo di distruggere le strutture, del nemico, che favoriscono la produzione di armi non convenzionali. L’iniziativa potrebbe avere ripercussioni geopolitiche e sull’economia mondiale, a causa di un possibile aumento del prezzo del petrolio, quindi dei carburanti e dei beni che viaggiano su gomma.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia