(ASI) 400 milioni di persone sono chiamate al voto, da oggi, per il nono rinnovo del Parlamento europeo che è composto da 751 membri.
Urne aperte già in queste ore in Olanda e Gran Bretagna, domani in Irlanda, sabato in Lettonia, Repubblica Ceca, Malta e Slovacchia, mentre domenica negli altri Stati.
I primi risultati. Le stime ufficiali sull’esito elettorale saranno diffuse, dal Parlamento europeo, alle ore 18, 19 e 20 del 26 maggio. Il dato aggiornato su 12 Paesi sarà comunicato alle ore 20:15 e un’ora dopo su 16. Giungeranno dalle ore 23, alla chiusura dei seggi, le prime proiezioni sulla consistenza e composizione dei gruppi parlamentari.
L’incognita tedesca. La Germania è il Paese che invierà 96 deputati in Europa, più di tutti gli altri. Gli ultimi sondaggi hanno rivelato che la Cdu e la Csu, di Angela Merkel, viaggerebbero su un solido 30% dei consensi, i Verdi sul 20%, l’ultradestra dell’Afd sul 13%. C’è il pericolo che l’Spd abbia però un crollo consistente, che potrebbe mettere in crisi la coalizione del governo guidato dalla Cancelliera, con possibili conseguenze negative pure per gli equilibri, politici ed economici, europei.
Elezioni anche in Gb, nonostante il rischio Brexit. Il Regno Unito eleggerà i 73 deputati e si insedieranno nella nuova Assemblea di Strasburgo, che riprenderà le attività dal 2 luglio, solo in caso di accordo sulla Brexit entro il 30 giugno. 46 di questi seggi, in caso di mancata intesa tra Downing Street e Bruxelles, verranno congelati e 27 redistribuiti tra i primi candidati non eletti dei 14 Paesi che ne hanno diritto (3 spettano all’Italia). La consultazione viene vista oltremanica come un referendum in merito ai passi compiuti, dal governo, in vista del divorzio col vecchio continente. Potrebbe essere premiato, secondo alcune indiscrezioni, colui che ha lanciato l’ idea della separazione, Nigel Farage, col 35% dei voti. Il partito conservatore di Theresa May sarebbe seriamente penalizzato per non essere riuscito a concretizzare tale intento, legittimato dal referendum di tre anni fa, a causa della ferma opposizione dei membri di Westmister. Le difficoltà politiche potrebbero crescere, tuttavia, a causa delle voci insistenti che indicano un possibile abbandono imminente dell’incarico della premier londinese. I Laburisti sarebbero accreditati invece tra il 15 e il 20% dei suffragi e i Tories, divisi tra euroscettici ed europeisti, fra il 9 e il 13%.
Pericolo astensionismo in Francia. Parigi teme che moltissime persone decidano di non recarsi a votare. I sondaggi evidenziano infatti che 3 giovani su 4 potrebbero compiere tale scelta. La delusione popolare, nei confronti delle politiche approvate dalle autorità, è evidente e quindi la consultazione elettorale verrebbe vista come un giudizio sull’operato di Emmanuel Macron. Il numero uno dell’Eliseo sarebbe in calo nei sondaggi a causa delle dimissioni di alcuni ministri del suo governo, degli scandali e delle proteste dei Gillet Gialli in molte città d’oltralpe. L’estrema destra di Marine Le Pen dovrebbe attestarsi al 22,5% e il partito del presidente, En Marche insieme ai suoi alleati, al 22%.
L’incertezza della Spagna. Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, tenterà di consolidare l’ottimo risultato ottenuto in occasione delle ultime elezioni nazionali. L’obiettivo sarà quello di rafforzare la propria posizione per formare la maggioranza, a suo sostegno, che è necessaria per consentirgli di espletare pienamente le proprie mansioni. Il partito, Psoe di cui è membro, potrebbe aiutare dunque il Pse che sarebbe in calo di consensi. Non è possibile ipotizzare, invece, la quantità di voti che potrebbe ottenere l’ultradestra nazionalista di Vox, in quanto si è candidata per la prima volta alle Europee.
Massima attenzione ai 4 Stati di Visegrad. C’è attesa per conoscere l’esito elettorale proveniente dalle scelte dei cittadini di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. I 4 paesi hanno espresso la loro netta opposizione nei confronti del piano di Bruxelles, del 2015, per la redistribuzione dei migranti richiedenti asilo, diventando i baluardi del fronte sovranista.
Italia. E’ vietata la diffusione dei sondaggi, da due settimane, nel nostro Paese e dunque è difficile effettuare delle previsioni attendibili.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia