(ASI) L’Assemblea nazionale costituente (Anc) del Venezuela, controllata dagli esponenti del Psuv, ha approvato la revoca dell'immunità parlamentare per Juan Guaidò, che lo scorso 23 gennaio si è autoproclamato presidente ad interim sostenuto dagli Usa ma non riuscendo a portare a compimento il tentato golpe.
Il decreto autorizza inoltre le autorità competenti a portare avanti il processo nei sui confronti come chiesto Tsj, il Tribunale supremo, che aveva richiesto la revoca dell'immunità accusando Guaidò, presidente dell'Assemblea nazionale (An), di aver disatteso l’ordine non abbandonare il paese.
Subito dopo la sua autoproclamazione era arrivata la richiesta dell’apertura di una indagine preliminare su Guaidò avanzata dal procuratore generale Tarek William Saab. Per poter dare il via alle indagini, la richiesta veniva girata alla Corte suprema. L’alto tribunale dava il via libera disponendo - come misura cautelare - il veto all'uscita del paese e il blocco dei conti personali di Guaidò.
L’antagonista di Maduro però ha infranto l'ordine di non uscire dai confini patri recandosi in Colombia il 22 febbraio, prima tappa di una missione internazionale che lo avrebbe portato a toccare diverse capitali regionali.
A Guaidò è stata anche comminata una multa di 200 “unità monetarie”, misura che viene indicizzata annualmente e che viene utilizzata dalla giustizia venezuelana a corredo delle sanzioni. Il dispositivo, oltre che all'Anc, è stato trasmesso anche al procuratore generale William Saab, per procedere alle indagini, al ministero degli Esteri e a quello dell'Interno.
La scorsa settimana il tribunale contabile nazionale (Contraloria general de la republica, Cgr) aveva richiesto l’interdizione dei pubblici per Guaidò, per i prossimi quindici anni. Una decisione adottata dal titolare della Cgr, Elvis Amoroso, sulla base di una indagine che rivelava presunte frodi contabili commesse dall'oppositore. La richiesta di Amoroso muoveva dalla rendicontazione delle spese fatta da Guaidò nell'esercizio della sua carica di presidente dell'Assemblea nazionale (An). Un documento pieno di falsità e omissioni, spiegava il "contralor" denunciando il fatto che Guaidò aveva "compiuto 91 viaggi all'estero senza autorizzazione della An, per 570 milioni di bolivar, un importo che non può giustificare con il suo stipendio di funzionario pubblico". L'ipotesi di illecito, per la Cgr, è che Guaidò abbia "falsificato i dati nella sua dichiarazione e ricevuto denaro da istanze internazionali".
Fabrizio Di Ernesto