(ASI) Martedì scorso, il presidente cinese Xi Jinping ha raggiunto la città portuale di Vladivostok - letteralmente, Signora d'Oriente - nella Russia asiatica, per l'ormai consueto appuntamento con il Forum Economico Orientale. Si tratta di un evento molto importante, giunto alla sua quarta edizione, che punta a promuovere l'economia delle aree dell'Estremo Oriente della Federazione Russa, incrementando il dialogo e la cooperazione con i Paesi più vicini. Suddivisioni amministrative come Čukotka, Kamčatka, Amur, Magadan, Sakhalin o Primorskij rappresentano per Mosca fondamentali vettori di proiezione verso le più importanti economie della regione Asia-Pacifico, a partire da Cina, Giappone e Corea del Sud.
«Stavamo pensando a come migliorare il Forum Economico Orientale di anno in anno. Alla luce dei risultati delle sessioni economiche programmatiche del vertice, definiremo le direttrici-chiave per lo sviluppo dell'Estremo Oriente, come la logistica, l'energia e le risorse naturali», ha affermato nei giorni scorsi Juri Trutnev, vice primo ministro russo e delegato presidenziale nel Distretto della regione. Il programma del summit ha compreso oltre un centinaio di eventi, tra business forum, colazioni di lavoro, tavole rotonde e dibattiti televisivi, focalizzati sui più importanti punti fermi dell'agenda regionale e internazionale, suddivisi in quattro macro-aree tematiche: strumenti per il sostegno agli investitori; priorità industriali nell'Estremo Oriente; l'Estremo Oriente globale: progetti internazionali per la cooperazione; ed infine il miglioramento degli standard di vita.
Nel primo giorno di lavori, Xi e Putin avevano già presieduto il vertice bilaterale tra Cina e Russia, finalizzato a definire nuovi progetti di cooperazione nel quadro del già solido partenariato tra i due colossi. Si è parlato in particolare di cooperazione a livello sub-nazionale, ovvero della possibilità per le imprese russe e cinesi di concentrare i propri investimenti in particolari regioni e province dell'altro Paese. A questo specifico proposito, Xi ha invitato ad innovare le idee di cooperazione sino-russa, estenderne i settori coinvolti e migliorare l'efficacia dei relativi meccanismi. Secondo il presidente russo, le due parti, nel nuovo contesto internazionale, «dovrebbero migliorare la connettività, promuovere la liberalizzazione e la facilitazione del commercio e degli investimenti», oltre ad approfondire l'amicizia tra i rispettivi popoli.
L'incontro di cartello del vertice è stato tuttavia quello andato in scena mercoledì, durante la sessione plenaria sul tema Estremo Oriente: Espansione della Gamma di Opportunità, cui hanno preso parte gli stessi Vladimir Putin e Xi Jinping, il presidente mongolo Khaltmaagiin Battulga, il primo ministro giapponese Shinzō Abe ed il primo ministro sudcoreano Lee Nak-yon. Durante il suo intervento, il leader cinese ha elogiato il ruolo del Forum Economico Orientale, ricordando come quest'iniziativa fortemente voluta dal suo omologo russo «sia già stata organizzata tre volte con grande successo, diventando un'importante piattaforma per il consolidamento delle idee e per il confronto sulle questioni-chiave relative alla cooperazione». Cogliendo la crescita dinamica nella regione Asia-Pacifico, Putin ha poi riferito di voler fare del Forum di Vladivostok «un forte centro dedicato alla cooperazione e all'integrazione internazionale, alle attività di investimento e agli affari, alla formazione, alla scienza e alla cultura».
Ricordando che i sei Paesi dell'Asia Nord-Orientale rappresentano il 23% della popolazione globale ed il 19% dell'economia mondiale, Xi Jinping ha sottolineato che quest'area del pianeta dovrà costruire relazioni basate sulla reciproca fiducia «per salvaguardare la pace e la stabilità regionale». Nel dettaglio, il capo di Stato cinese ha parlato della necessità di «approfondire la cooperazione per raggiungere risultati di mutuo beneficio, imparare ognuno dagli altri per rafforzare la tradizionale amicizia» tra i Paesi coinvolti ed «adottare una prospettiva di lungo periodo per creare un modello di sviluppo integrato e coordinato».
A questo proposito, Xi ha confermato che, anche nel caso della cooperazione nella regione dell'Asia Nord-Orientale, la Cina sostiene il ruolo che possono giocare la Banca Asiatica per gli Investimenti Infrastrutturali (AIIB), ovvero la banca multilaterale di sviluppo ufficialmente lanciata meno di tre anni fa da Pechino ed oggi giunta a contare nel suo CdA ben 87 Paesi membri in tutto il mondo, ed il Fondo per la Via della Seta, cioè il credito chiamato a supportare i progetti approvati nel quadro dell'iniziativa cinese Belt and Road per la ricostruzione in chiave moderna delle direttrici terrestri e marittime delle antiche rotte commerciali tra Asia, Europa ed Africa.
«Un'Asia Nord-Orientale armoniosa, coesa e stabile, sulle base della fiducia reciproca, viene incontro agli interessi di tutti i Paesi e alle aspettative della comunità internazionale», ha proseguito Xi. Si tratterà inoltre di un fattore «rilevante per la difesa del multilateralismo e la promozione di un ordine internazionale più giusto ed equo». Insomma, ad una settimana dalla chiusura del 7° vertice generale di Pechino del FOCAC tra la Cina e i Paesi africani, il leader cinese ha ribadito anche in questo contesto regionale i capisaldi della cooperazione internazionale, in evidente contrapposizione non soltanto al clima di tensione innescato dal protezionismo statunitense ma anche all'immobilismo europeo.
La giornata è stata anche l'occasione per confrontarsi col primo ministro giapponese Shinzō Abe. Come già accaduto lo scorso anno a Đà Nẵng, in Vietnam, per il vertice generale dell'ASEAN, Xi Jinping ha ribadito al capo di governo nipponico l'importanza dell'iniziativa Belt and Road quale nuova piattaforma esplorativa per l'approfondimento della cooperazione sino-giapponese. Quest'anno ha inoltre segnato il quarantennale dalla ratifica del Trattato di Pace e Amicizia tra i due Paesi, una ricorrenza profondamente significativa per ridurre le distanze createsi in passato, superando gli attriti diplomatici e rafforzando l'interscambio e i flussi di investimento reciproci. Da parte sua, Abe ha chiarito che «il Giappone è intenzionato a compiere sforzi proficui per aumentare gli scambi ad alto livello con la Cina, ricavando maggiori profitti dalla cooperazione, ed avanzare rapidamente nel percorso di miglioramento delle relazioni bilaterali».
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia