(ASI) Ancora forti distanze, a Bruxelles, al Consiglio dei Capi di stato e di governo dell’Unione Europea che si è concluso oggi. Lo ha fatto capire il premier Giuseppe Conte che, dopo aver annunciato il raggiungimento dell’accordo in tarda notte sulla tematica dell’immigrazione, è stato costretto a effettuare alcuni passi indietro.
L’inquilino di palazzo Chigi, prima di lasciare l’hotel in cui era ospitato per tornare nella sede in vista del secondo giorno dei lavori, ha ammesso di essere rimasto soddisfatto delle 13 ore di intense trattative, però non del tutto. “Se avessi scritto il testo io, qualcosa l’avrei fatta diversamente, ma non ero da solo: eravamo in 28”, ha constato. La tensione è tornata alta, col passare delle ore, con la Francia. “Macron? Era stanco. Lo smentisco”, ha risposto così il professore italiano durante l’incontro, con i giornalisti, alla fine del faccia a faccia con i leader del vecchio continente. Ha aggiunto dunque che nel testo conclusivo, relativo all’esito del meeting, “non si fa riferimento a un paese di primo transito o di secondo”. Roma ha contestato al capo dell’Eliseo le sue considerazioni in merito ai centri di accoglienza che, a suo parere, “sono su base volontaria” e “ vanno fatti nei paesi di primo ingresso”. Il responsabile dell’esecutivo giallo – verde ha rimarcato quindi le differenze con Parigi, chiarendo inoltre la propria posizione anche nei confronti della Germania. Non c’è nessun accordo con Berlino in merito ai movimenti secondari dei migranti perché il problema per il nostro paese sono quelli primari, ha specificato il presidente del Consiglio italiano. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, non ha nascosto la presenza di molte divisioni, mentre i paesi di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) si sono detti soddisfatti per essere riusciti a convincere tutti gli altri ad adottare le loro proposte. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha chiarito che è troppo presto per parlare di successo dell’evento, in quanto è necessario verificare la reale applicazione dei contenuti concordati. Parole simili erano state pronunciate, in mattinata, anche dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che aveva esultato per il raggiungimento del 70% degli obiettivi fissati dal governo italiano, pur mettendo in guardia sulla necessità di attuare quanto riportato sulla carta. Proseguono, tuttavia, i naufragi. Un’imbarcazione si è riversata in mare, nelle ultime ore, al largo della Libia e 100 persone sarebbero decedute.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia