(ASI) E' dal 19 marzo 2011 che la Libia è sotto attacco da parte della coalizione occidentale, inizialmente guidata dalla Francia. Da quella data d' inizio i bombardamenti contro Gheddafi sono proseguiti e, in seguito alla risoluzione Onu 1973, sono passati sotto il comando Nato.
L'l'intervento militare della coalizione occidentale oltre a non portare la pace e a non far cessre il fuoco fra le parti contendenti ha portato fino al 26 maggio 2011 come pesante effetto collaterale distruzione, 718 vittime e oltre 4 mila i feriti fra i civili. Disatri umanitari causati dai bombardamenti Nato sulla Libia. I dati sono stati rifiriti alla stampa dal portavoce di Tripoli Moussa Ibrahim. Se le cifre riportate fossero vere al dramma della guerra fraticida si aggiunge un altro dramma per il popolo libico.
In ogni caso, una considerazione in merito va fatta. Se i risultati militari ottenuti sul campo non hanno portato ad una stabilizzazione del paese, anzi, hanno sortito l'effetto contrario perché si sta andando verso una duratura guerra civile fra il popolo libico, con l'aggravante dell'aumento dei morti fra gli innocenti civili da entrambe le parti. Ciò significa che così come è stata condotta la missione 'umanitaria' ha fallito i suoi obiettivi. Per cui, ci si domanda: questo intervento militare ha davvero finalità umanitarie? O ci sono altri interessi in gioco? Visto il suo fallimento perchè non si dà spazio alla diplomazia per risolvere le controversie? Infine caro Presidente Napolitano, secondo l'articolo 11 della Costituzione che recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo". Dare le basi per i bombardamenti verso qualsiasi stato è incostituzionale. Poi quando le bombe portano distruzione e morte fra civili inermi, in qualche maniera, si diventa complici degli assassini che hanno compiuto un'operazione militare che alla fine è anti umanitaria. O no?
ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione