(ASI) La coalizione anti Isis guidata dagli Stati Uniti ha lanciato in Siria nelle ultime ore, nella parte orientale del fiume Eufrate al confine con l’Iraq, un attacco militare nei confronti delle forze governative del rais, sostenute da Mosca e da Teheran, che tentavano di impadronirsi del pozzo petrolifero di Dayr az – Zor.
Gli alleati occidentali hanno respinto così quella che, a parere di Washington, è stata un’azione ostile ingiustificata “contro il quartier generale delle Forze democratiche siriane”. Un ufficiale del pentagono ha dichiarato che 100 miliziani sostenuti da Bashar al – Assad sono stati uccisi nei raid, ma è rimasto anche ferito un combattente della fazione opposta. "Il recente incidente dimostra ancora una volta che la presenza militare illegale degli Stati Uniti in Siria è in realtà finalizzata a prendere il controllo delle risorse economiche del paese e non a combattere contro l'Isis”, ha tuonato il ministero della difesa russo in una nota. La tensione tra le due superpotenze continua quindi a crescere, rendendo il futuro di quella zona e del mondo sempre più incerto.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia