(ASI) Le esportazioni dei prodoitti italiani in Russia hanno fatto segnare un balzo del 22% per un importo stimato in poco inferiore ai 7 miliardi nel 2017. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della conversazione tra il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il Presidente russo Vladimir Putin che hanno espresso soddisfazione per la ripresa delle relazioni commerciali.
Si tratta di una significativa inversione di tendenza anche se – sottolinea la Coldiretti - la situazione resta difficile e le esportazioni italiane risultato inferiori di ben 4 miliardi rispetto al 2013, l’anno precedente all’introduzione delle sanzioni. La prima e piu’ incisiva causa è rappresentata infatti - continua la Coldiretti - dall’embargo totale che si mantiene in Russia per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e piu’ volte rinnovato. Una misura che - spiega la Coldiretti – ha salvato praticamente solo il vino e fatto scendere a poco piu’ di mezzo miliardo le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani. Un blocco che è costato caro anche perché al divieto di accesso a questi prodotti – precisa la Coldiretti – si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni anche per i prodotti non colpiti direttamente. Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Il rischio – continua la Coldiretti – riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menù. Lo stop alle importazioni dall’Italia ha infatti provocato in Russia – conclude la Coldiretti – un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano, Parmesan o burrata tutti rigorosamente realizzati in Russia. “Si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea ed è importante che si riprenda la via del dialogo” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “ancora una volta il settore agroalimentare è stato merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale.”