(ASI) "Nel summit del G8 il ministro dell'Economia Tremonti ponga in agenda la questione delle agenzie di rating, non è più rinviabile una riforma globale della finanza che ridimensioni lo strapotere di questi padroni dell' universo".
Lo afferma il Capogruppo dell'Italia dei Valori in Commissione Finanze, Elio Lannutti. "L'affidabilità delle tre sorelle americane - aggiunge - è stata messa più volte a dura prova: prima con i mutui sub-prime nel luglio 2007 e con il fallimento della Lehman Brothers (2008), poi con l'outlook negativo assegnato all'Italia a causa delle incerte ripercussioni politiche sulla riduzione del debito pubblico al 2014, esteso a cascata su alcune delle grandi banche e istituzioni nostrane (Intesa, Mediobanca, Cassa Depositi e Prestiti- Cdp). La valutazione del merito di credito da parte delle agenzie è stata approssimativa e superficiale e sono stati risparmiatori, famiglie e imprese a pagare le conseguenze: bisogna risolvere la questione della creazione del denaro dal nulla da parte di banche di affari, colluse con le autorità monetarie e le istituzioni finanziarie come il Fondo monetario e la Banca Mondiale.Il debito pubblico americano avanza verso il precipizio del default se aumenta di altri 34 miliardi: per evitare il tracollo, il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, ha proposto di alzare la soglia del default (che oggi è di 14.294 miliardi). La Grecia è sull'orlo del disastro economico e forse sarà costretta ad uscire dall'euro, Portogallo ed Irlanda sono a rischio collasso, la Spagna affonda nella crisi finanziaria e in Germania il debito pubblico è aumentato di 319 miliardi di euro. Senza un nuovo ordine monetario mondiale scritto dalla politica, non dagli oligarchi irresponsabili che hanno prodotto la crisi sistemica, le economie - conclude Lannutti - andranno verso la catastrofe.