Varsavia: una folla oceanica ha partecipato alla marcia per il Giorno dell’Indipendenza Nazionale della Polonia.

(ASI) Varsavia – Una folla oceanica ha invaso le strade di Varsavia nella giornata del 11 novembre. Circa cinquantamila polacchi hanno partecipato alla marcia per il Giorno dell'Indipendenza Nazionale della Polonia. Festa nazionale celebrata ogni anno l'11 novembre, in cui la Polonia commemora l'anniversario della Seconda Repubblica di Polonia e dell’indipendenza dall’Austria-Ungheria, Prussia e Russia, avvenuta nel 1918.

La Polonia negli ultimi anni sta compiendo un grande processo di riscoperta dell’orgoglio nazionale. Una sensibilizzazione popolare in riguardo alle radici, alla storia, alla cultura e alla religiosità polacca in cui l’attuale Governo sta investendo molto. Il Prawo i Sprawiedliwość – PiS (Diritto e Giustizia), partito governativo guidato da Jarosław Kaczyński (Primo ministro dal 2006 al 2007 e fratello gemello del defunto Presidente della Repubblica, Lech Kaczyński, scomparso nel 2010 in un disastro areo dai contorni ancora poco chiari), di destra nazionalista e conservatrice ha portato avanti una dura lotta contro Bruxelles in merito alle famigerate “quote di migranti” per ogni Stato dell’Unione Europea; ma non solo, nel 2015 il Governo tentò di attuare una riforma che limitasse enormemente il ricorso all’aborto. Comunque un accrescere di “respiro nazionale” che registra un grande consenso nella popolazione. Come la manifestazione spontanea, nata dal basso, diffusa attraverso la rete e i social network, che portò il 7 ottobre oltre un milione di polacchi a radunarsi lungo i confini della Polonia per recitare il Rosario, nel giorno della vittoria della Coalizione cristiana ed europea a Lepanto e in cui si celebra la Madonna del Rosario: marcia fatta, come ha specificato l’arcivescovo di Cracovia monsignor Marek Jędraszewski, per «capire che abbiamo bisogno di tornare alle radici cristiane della cultura europea se vogliamo che l’Europa rimanga Europa». E in ultimo la marcia per l’indipendenza nazionale che cresce il numero dei propri partecipanti ogni anno.

Come detto, ben cinquantamila polacchi hanno marciato per questa importantissima ricorrenza nazionale. Al grido di «Noi vogliamo Dio», le strade di Varsavia sono state riempite da questa folla oceanica patriottica. Oltre alle presenze governative, alla marcia vi era una folta presenza di militanti e aderenti a partiti nazionalisti, come Obóz Narodowo-Radykalny – ONR (Campo Nazional-Radicale) che è un movimento nazionalista e cattolico in forte ascesa – soprattutto tra i giovani – nella Repubblica di Polonia. Con l’ONR hanno sfilato anche alcuni rappresentati nazionalisti europei, come László Toroczkai esponente di Jobbik Magyarországért Mozgalom (Movimento per un'Ungheria Migliore) partito nazionalista e sociale ungherese, e l’italiano Roberto Fiore leader del movimento nazionalpopolare Forza Nuova. Nell’affollatissimo comizio finale della marcia Fiore ha dichiarato quanto segue: «Patrioti polacchi, io ritengo che il motivo per cui la Polonia sta cambiando è perché da anni voi fate questa manifestazione. Grazie a voi la Polonia oggi ha bloccato l’immigrazione afroasiatica che sta distruggendo paesi come l’Italia. Grazie a voi oggi un Paese come il vostro si può opporre frontalmente al diktat liberaldemocratico di Bruxelles. Ed è grazie a voi che oggi l’Europa può tornare a sentirsi cristiana! Il ritorno alla Cristianità e ai valori di Gesù Cristo sono ciò che fa più paura a Bruxelles. Ed è anche questo il motivo per cui in Italia, nel mio Paese che sta soffrendo un forte attacco dei poteri forti per introdurre l’immigrazione e la politica gender nelle scuole, anche noi dal 4 novembre – dalla scorsa settimana – abbiamo la nostra marcia della Patria e festa dei patrioti così come voi l’avete da sette anni qui a Varsavia. Quindi ogni anno mentre voi avrete la vostra potente manifestazione qui l’11 a Varsavia, noi avremo la nostra grande manifestazione per la nostra Patria a Roma. Questo significa collaborare fra fratelli per la ricostruzione d’Europa. Patrioti polacchi sarà forse grazie a voi che il declino orribile che l’Europa sta prendendo si fermerà presto. E’ il vostro esempio, il non aver fatto passare un immigrante che voi non volevate nei vostri confini: questo è un esempio per il mio Paese, per la mia Nazione che ne ha fatti entrare, contro il volere del popolo, negli ultimi dodici mesi duecentomila. Ed è fondamentale che la lotta per la famiglia parta dall’ovest dell’Europa e arrivi all’est dell’Europa. Perché la difesa della famiglia cristiana – l’unica esistente! – è il primo passo per la rivoluzione nazionale. Ma quando, come oggi, conquisterete sempre più potere, ricordatevi: mai più spazio ai comunisti nelle strade; mai più spazio alle lobby gender e gay nei media; mai più spazio ai nemici della Patria e della Cristianità. Voi dovete rimanere a controllare le strade, le piazze, le città e fare in mondo che questa Nazione diventi il simbolo del patriottismo cristiano in Europa. Avanti patrioti polacchi, tutti gli altri europei vi seguono. Viva la Polonia, viva la Cristianità».

Così, mentre nazioni del vecchio continente rinnegano il proprio passato (Germania) o, forse, hanno paura di scoprirvi cose indesiderate (Gran Bretagna), esistono altri popoli come quello polacco (o quello russo), ansiosi di ritrovarsi nella propria tradizione e cultura. Perché ne vanno orgogliosi. E’ il caso della Polonia, che riscopre sempre più se stessa e un passato, come quello del Regno polacco-lituano di Ladislao II Jagellone, che nel 1410 trasformò anche la Prussia dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici in uno Stato vassallo e in un protettorato della corona polacca.

Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia

 

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