(ASI) Roma- Le nazionalizzazioni come propaganda politica sono vecchie almeno quanto quella del Canale di Suez voluta dal presidente egiziano Gamal Abdel Nasser nel 1956. L’annuncio dell’Eliseo guidato da Emmanuel Macron è solo un modo per rispolverare quella strategia, ma nazionalizzare Saint-Nazaire significa contrastare gli interessi italiani sul cantiere navale.
Durante la presidenza di Francois Hollande, Fincantieri aveva acquistato il 66 per cento di Stx Corporation, l’azienda che gestisce Saint Nazaire, salvando le attività del precedente proprietario coreano destinato al fallimento.
L’interesse è più politico che economico. Il porto della costa occidentale francese è uno dei simboli dell’industria per il Paese. Macron vuole puntare sulla sua nazionalizzazione per dare inizio alla riforma del lavoro, cavallo di battaglia della campagna elettorale. Questa scelta rinnega però gli impegni presi dal precedente governo, con l’Italia che non vuole rinunciare alla quota di maggioranza di Stx.
Il Primo agosto il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire aveva garantito a Fincantieri la leadership sull’azienda, ma senza detenere più del 50 per cento del capitale. Una condizione difficilmente accettabile per Roma, che attraverso i ministri Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda ha convocato il collega francese per un faccia a faccia.
«Le posizioni sono ancora distanti», ha detto dopo il colloquio Padoan. «Occorre fiducia reciproca, ma molte differenze non sono state ancora sanate». Parere condiviso da Calenda.
L’Italia pretende la maggioranza del capitale, almeno il 51 per cento, per rispettare gli accordi approvati dall’Eliseo nei mesi scorsi. L’intesa non è stata ancora trovata, ma i governi sono fiduciosi che la questione sarà risolta prima del bilaterale di Tolosa del 27 settembre fra Paolo Gentiloni e Macron.
Cavillo non di facile soluzione, laddove le parti rimarranno ferme sulle proprie posizioni. Macron non vuole smentire l’elettorato francese a cui ha promesso tutele, soprattutto nel campo dell’impiego. Il Governo italiano non vuole cedere come è capitato in altre occasioni, ma mostrare all’opinione pubblica che la nazionalizzazione unilaterale, oltre che sintomo di sospetti francesi verso gli italiani, è anche un gesto di sfiducia nella collaborazione con i partner europei. Macron è l’uomo dell’Europa unita e forte, più salda e integrata dei problemi che affollano il continente. La nazionalizzazione di Saint Nazaire è una mossa nella direzione contraria, meglio di quanto avrebbe potuto auspicare la sua rivale in campagna elettorale Marine Le Pen. Un’autorete che al neoeletto è già costato una perdita di consenso di circa il 10 per cento dal giorno del suo insediamento.
Lorenzo Nicolao – Agenzia Stampa Italia