(ASI) In Venezuela le proteste delle forze di opposizione che mirano a sovvertire l’ordinamento democratico del paese hanno provocato la morte di un agente di polizia raggiunto da un colpo esploso da un’arma da fuoco a San Antonio de los Altos. Lo riferisce l’emittente indio-latina “Telesur” citando il ministro degli Interni e della Giustizia Nestor Reverol.
Secondo la ricostruzione delle autorità l’agente sarebbe stato colpito mentre con i suoi colleghi era impegnato a disperdere una manifestazione nello Stato di Miranda nel nord del paese vicino a Caracas.
Le indagini hanno già portato all’arresto di due sospetti. Ieri l’opposizione è tornata in piazza dopo che il Cne, il Consiglio elettorale nazionale, ha respinto la richiesta di un referendum revocatorio contro il presidente Nicolas Maduro.
Lo scorso 24 ottobre l’assemblea nazionale, controllata dalle forze dell’opposizione, ha avviato il processo di impeachment contro il presidente, una mossa che Maduro ha definito un tentativo di colpo di stato. Per domani, mercoledì 28, intanto il movimento di opposizione Mud ha indetto uno sciopero generale di 12 ore in tutto il paese e chiamato i cittadini a marciare verso il palazzo presidenziale il prossimo 3 novembre.
Ieri intanto le violenze si sono registrate in quasi tutto il paese.
Secondo Hugo Capriles, leader dell’opposizione il bilancio dei feriti sarebbe di oltre 120 persone mentre i manifestanti arrestati dalle forze dell’ordine sarebbero 147. Un gruppo per la difesa dei diritti umani ha parlato invece di 208 arresti e 119 persone ancora in custodia nella notte tra mercoledì e giovedì.
Le proteste più violente contro Maduro si sono verificate nel corso del 2014 quando, secondo gli ultimi dati, morirono 43 persone e 887 rimasero ferite. Per quelle violenze Leopoldo Lopez, leader dei manifestanti, è stato condannato lo scorso 12 agosto dal Tribunale d’appello della Corte suprema a quasi 14 anni di carcere.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia