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Corea del Nord: cosa sta accadendo?
Flavio Pettinari (KFA) in esclusiva per ASI

(ASI) Dopo la grave tensione riesplosa sul Mar Giallo tra la Corea del Nord e la Corea del Sud, abbiamo deciso di raggiungere Flavio Pettinari, responsabile della KFA (Korean Friendship Association) in Italia e grande conoscitore della Repubblica Popolare Democratica di Corea, per capire meglio gli scenari della situazione in essere.


Egregio Dott. Pettinari, salve e benvenuto. Scoppia di nuovo la polemica tra le due Coree. I telegiornali di mezzo mondo hanno mostrato le coste fumanti dell'Isola di Yeon Pyeong, dopo il bombardamento di alcuni reparti militari della RPDC. Come al solito, Pyongyang e Seoul hanno fornito due versioni quasi diametralmente opposte dell'accaduto, accusandosi a vicenda e attribuendosi reciprocamente le responsabilità nell'avvio delle ostilità. Cosa è accaduto, nel dettaglio, martedì scorso?

Anche questa volta i media occidentali hanno dato un’immagine estremamente parziale dell’incidente, evitando di parlare del contesto, che è quello delle esercitazioni militari congiunte USA-Corea del Sud denominate “Hoguk”, previste inizialmente dal 22 al 30 novembre, nella zona di confine ovest tra i due paesi. Dal 2008, queste esercitazioni si tengono con lo scopo preciso di testare e sviluppare le capacità di combattimento aereo, su terra e mare. Per dare una cifra, Hoguk 2010 vede impiegati 70.000 soldati. Le autorità nordcoreane avevano invitato a desistere dall’eseguire le manovre militari a ridosso del confine, anche perché negli ultimi mesi sono riprese, pur ancora in forma “leggera”, le relazioni intercoreane attraverso i colloqui delle organizzazioni della Croce Rossa e gli incontri tra le famiglie separate dopo la fine della Guerra di Corea. Negli ultimi mesi si sono anche tenuti incontri tra delegazioni militari, in preparazione di un vertice di alto livello. Il Comando Supremo dell’Esercito Popolare Coreano, in un comunicato diramato dopo l’incidente, ha denunciato la violazione dei confini della RPDC ed ha risposto al fuoco. A vedere le notizie della KCNA, sembra quasi che quanto accaduto il 23 sia considerata una cosa di “routine”: vedremo nei prossimi giorni se al rafforzamento delle truppe a sud del 38° parallelo corrisponderà una mobilitazione anche a nord. Di certo la situazione è molto tesa e sarebbe auspicabile una iniziativa neutrale del coreano Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite.


L'innalzamento del livello di tensione sulle acque del Mar Giallo non giova di certo alla Corea del Nord, che, proprio in questo momento, sta avviando una nuovissima centrale atomica, composta - pare - da centinaia e centinaia di centrifughe, ad altissima tecnologia, che ha letteralmente stupito il tecnico statunitense Sigfried Hecker, in visita nel Paese Asiatico. Il Generale Ammiraglio dello Stato Maggiore Usa, Mike Mullen, e il Segretario alla Difesa della Presidenza Barack Obama, Robert Gates, avevano immediatamente puntato il dito contro Pyongyang, accusando la Corea del Nord di voler minacciare la stabilità nella regione centro-asiatica del Pacifico, riecheggiando le preoccupazioni espresse sia da Tokyio che dalla stessa Seoul. Al di là del punto di vista occidentale, in cosa consiste il programma di lavorazione dell'uranio presso la centrale nucleare di Yongbyon?

Hecker ha riportato di aver visto 2.000 centrifughe: il report completo della visita dello scienziato statunitense dell’Università di Stanford è consultabile in rete. La centrale di Yongbyon è quella che divenne famosa attraverso i media nel giugno del 2008, quando in seguito agli accordi con gli USA venne demolita la torre di raffreddamento e le immagini della demolizione vennero trasmesse in tutto il mondo (la centrale era stata comunque disattivata circa un anno prima durante i colloqui “a sei”). Nell’agosto dello stesso anno però le autorità nordcoreane minacciarono di riattivare la centrale poiché non erano stati rispettati accordi che avrebbero dovuto portare alla cancellazione della RPDC dalla lista degli stati sponsor del terrorismo, cosa che avvenne a ottobre con l’impegno da parte coreana di cooperare e facilitare la verifica dello smantellamento della centrale. Le attività della centrale sono riprese nella primavera del 2009, dopo la condanna (seguita dalle consuete sanzioni) della cosiddetta “comunità internazionale” del lancio del satellite Kwangmyŏngsŏng-2.
Ovviamente non conosco il programma della centrale, il report scritto da Hecker (che ha visitato Yongbyon per la quarta volta) può fornire comunque tutte le informazioni a chi è interessato. Noto è che dal 2009 a Yongbyon si sta sviluppando un reattore coreano ad acqua leggera che, a differenza di quelli ad acqua pesante, rende molto difficile la realizzazione di armi nucleari. La costruzione di questo genere di reattori era oggetto di negoziazione con gli USA sin dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso: quindi non è un caso che venga mostrato proprio a degli scienziati statunitensi. Semmai ciò che stupisce è la reazione scomposta di alcuni esponenti USA, dato che la fornitura di questa tecnologia detta "proliferazione-resistente" alla Corea era appunto un'idea americana.


Russia e Cina sono le due potenze per ora più caute sull'intera vicenda di contrapposizione. Quali sono i rapporti della Corea del Nord con queste due nazioni e quali prospettive attendono il Paese, anche alla luce dell'investitura di Kim Jong Un, probabile prossimo successore del padre Kim Jong Il, alla guida della Repubblica Popolare Democratica di Corea?

Russia e Cina sono i paesi più vicini alla Corea socialista. La Federazione Russa, a differenza dell’URSS che (pur con dei necessari distinguo interni al campo socialista) aveva anche motivazioni politico-ideologiche, mantiene rapporti di buon vicinato con Pyongyang, è un importante partner commerciale e al “tavolo a sei” dei negoziati sedeva (e sederà se i negoziati riprenderanno) affianco alla Cina. Nello scacchiere geopolitico, per la Federazione Russa la Corea del Nord rimane di fondamentale importanza anche in contrapposizione alle mire USA nell’Estremo Oriente. Per quanto riguarda la Cina, ai tradizionali rapporti di amicizia, o meglio direi di “fratellanza”, per usare un loro termine, l’anno in corso ha visto una intensificazione di contatti di alto livello: i viaggi del leader Kim Jong Il in Cina ne sono l’esempio più eclatante. Quasi settimanalmente ci sono delegazioni che visitano l’altro paese, in questa settimana ad esempio una delegazione del Ministero del Commercio cinese si trova a Pyongyang per la firma di un accordo di cooperazione tecnica e commerciale. L’economia del Paese sta avendo uno sviluppo teso alla copertura della domanda interna, soprattutto per quanto riguarda il fabbisogno energetico e quello alimentare: più che prospettive, si tratta di obiettivi che i governanti coreani si sono prefissi in vista del centesimo anniversario della nascita del Presidente Kim Il Sung (2012). A proposito invece del Partito del Lavoro, lo scorso settembre si è tenuta la Conferenza dei Delegati che ha visto l’elezione del nuovo Comitato Centrale e degli organismi dirigenti. Kim Jong Un è entrato a far parte del Comitato Centrale e della Commissione Militare Centrale (di cui è vice-presidente assieme a Ri Yong Ho). Ciò rappresenta, a mio avviso, l’inizio del ricambio generazionale ai vertici del Partito senza mettere in discussione le linee guida dell’edificazione socialista coreana: indipendenza (ad ogni livello) e sovranità.

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