(ASI) - FTX, la terza piattaforma al mondo di scambi in criptovaluta, è finita in bancarotta perdendo l’85% del valore a causa di investimenti fallimentari da parte del fondatore e CEO Sam Bankman-Fried.
Per chi non la conoscesse, la piattaforma consente a chi lo desidera di fare trading di criptovalute e di azioni tokenizzate (come Tesla, Amazon, Alibaba ecc…): il sito rappresenta dunque una “borsa” dove scambiare queste monete virtuali, ma anche un portafogli dei fondi dei clienti, i quali possono depositare valute fiat.
La notizia è stata ufficialmente comunicata su Twitter, in cui la società ha dichiarato che Bankman-Fried si è dimesso e che John Ray, specialista in ristrutturazioni aziendali, ha assunto la carica di CEO.
FTX ha infatti fatto ricorso negli Stati Uniti al cosiddetto Chapter 11, ovvero alla bancarotta assistita che ristruttura le imprese a seguito della dichiarazione di fallimento (proprio come era successo a Lehman Brothers il 15 settembre 2008).
L’annuncio ha sconvolto il mondo intero per via della popolarità della piattaforma e del crescente successo sociale che aveva acquisito con l’ingaggio di numerose celebrità come ambasciatori del sito, come Tom Brady, Naomi Osaka, Shaquille O'Neall e Stephen Curry.
Poche settimane fa, BankMan-Fried era considerato un leader del settore delle criptovalute, un personaggio che aspirava al cambiamento e che vedeva nelle valute digitali l’innovazione monetaria che in molti anelano, ma dopo il crollo della sua piattaforma, il contraccolpo è stato inevitabile.
Il fallimento ha infatti portato delle gravi ripercussioni su tutto il mercato cripto, facendo crollare il valore di molte valute rinomate, tra cui Bitcoin ed Ethereum.
Binance, il concorrente diretto di FTX, si era anche offerto di intervenire in suo aiuto per comprare per intero la società, ma l’ipotesi di acquisto non è durata molto dopo la divulgazione del bilancio ufficiale.
Si stima che FTX abbia infatti un debito di circa 8 miliardi di dollari e che naturalmente non sia riuscita a risarcire i numerosi investitori e clienti, i quali stanno cercando incessantemente di prelevare i fondi dalla piattaforma.
Proprio questo timore di insicurezza delle piattaforme di cripto exchange ha fatto triplicare le azioni di aziende come Trezor, produttore di hardware wallet, ovvero un dispositivo fisico che permette di memorizzare le proprie chiavi di accesso a un portafoglio cripto e che non si affida a una terza parte per la custodia dei propri fondi.
Ma come inizia il progetto FTX e come si è arrivati a questo punto?
Sam Bankman-Fried nasce nel 1992 a Stanford, negli Usa. Nel 2014 si laurea in fisica al MIT (Massachusetts Institute of Technology) e inizia subito a lavorare alla Jane Street Capital, una società di trading.
Tre anni dopo fonda Alameda Research, una società di trading quantitativo e con i profitti di questa azienda e con altri finanziamenti raccolti decide di aprire nel maggio del 2019 FTX.
A fine 2021 il successo della piattaforma è già cresciuto tantissimo: FTX acquisisce importanti realtà nel mondo cripto come Liquid, Ledger X, Blockfolio e il patrimonio di Sam si tocca i 23 miliardi di dollari, facendolo diventare l’under 30 più ricco del mondo.
Oltre all’alta volatilità e trasparenza dei mercati delle criptovalute e agli ingenti margini di redditività delle stesse, il successo di Sam è probabilmente anche dovuto ai suoi rapporti con la politica americana: nel 2020 Sam Bankman-Fried, con 5,2 milioni di dollari è stato uno dei maggiori contribuenti alla campagna elettorale di Joe Biden, mentre nei due anni successivi ha generosamente finanziato anche la campagna elettorale di numerosi senatori repubblicani.
Come inizia la crisi?
Il crollo di FTX è legato molto probabilmente all’ipotesi di collusione fra Caroline Ellison, CEO di Alameda Research e lo stesso Sam.
Sia Alameda che FTX sono state entrambe fondate da Sam e le collaborazioni tra le due aziende persistevano da molto tempo. Tuttavia l’ipotesi di collusione è nata quando si è scoperto che FTX stava raccogliendo fondi per Alameda tramite la sua criptovaluta FTT.
Un report sul bilancio di Alameda pubblicato il 2 novembre da CoinDesk, rivelò infatti che la maggior parte del patrimonio netto nell’attività di Alameda era in realtà il token controllato centralmente di FTX, ovvero FTT.
Il 6 novembre il CEO di Binance Changpeng Zhao, annunciò su Twitter che la società avrebbe liquidato la totalità della sua posizione in FTT:
“Stiamo liquidando la nostra posizione in FTT per una questione di Risk Management, dopo aver appreso la lezione con Terra Luna. Non abbiamo più intenzione di fornire il nostro supporto a chi fa lobbying alle spalle degli altri players del settore.”
Questo twitt ha portato all’inizio della crisi di liquidità per FTX, innescando reazioni a catena da parte di investitori e clienti che hanno portato al crollo della piattaforma.
Bloomberg ha dichiarato che i fallimenti dei progetti di Sam hanno segnato il più grande calo percentuale del patrimonio di un miliardario nella storia: da 16 a 1 miliardo di dollari in poche ore (-94%).
Tommaso Maiorca – Agenzia Stampa Italia