(ASI) Le grandi manovre speculative su guerra e inflazione che hanno condotto al rincaro esponenziale delle materie prime e la lievitazione oltre misura delle bollette energetiche di famiglie e imprese, stanno pregiudicando la tenuta del Sistema Paese.
L’esecutivo che verrà fuori dalle elezioni del 25 settembre dovrà darsi da fare per scongiurare il default di oltre 100mila imprese, con una potenziale perdita di oltre 600mila posti di lavoro. Sono questi i dati che emergono dallo status quo in momento particolarmente difficile per l’economia del continente europeo. La profonda incertezza sul futuro e la guerra in atto tra Russia e Ucraina nel cuore dell’Europa dell’est, non lascia presagire nulla di buono, e la preoccupazione sulla questione energetica rischia di annullare tutto quello che è stato costruito negli ultimi decenni. “La situazione in Italia è abbastanza critica - ha commentato Gianni Lepre, opinionista economico del TG2 - la speculazione in atto sull’energia, come già detto più volte, non centra nulla con la guerra, ma è una questione di giochi di potere che conducono in Olanda al mercato TTF, che è diventato un vero e proprio mercatino rionale al rialzo”. Lepre ha poi continuato: “Con la scusa della guerra e delle incertezze sullo scacchiere geopolitico, i prezzi dell’energia sono schizzati alle stelle, facendo triplicare le bollette di famiglie e imprese. Questa situazione sta portando nel baratro oltre 120mila piccole imprese che non riescono a far fronte ai costi energetici triplicati. Poi c’è anche la questione famiglie che già prima del 24 febbraio avevano difficoltà sociali, adesso vanno verso l’impoverimento totale”. Il noto economista poi ha analizzato la situazione politica: “Il nuovo esecutivo che uscirà dalle urne dopo il 25 settembre, avrà un capito gravoso, anzi gravosissimo. Mettere una pezza a questa situazione non è affatto semplice, e non basta quanto è stato espresso nel DL Aiuti Ter, le mance una tantum servono a poco rispetto al clima da recessione totale che si paventa”. Lepre, che tra le altre cose è presidente della Commissione Reti e Distretti Produttivi di ODCEC Napoli, ha poi concluso: “Il nuovo governo impieghi da subito le risorse necessarie traendole da quei 200 mld di sprechi della spesa pubblica che supera ogni anno i mille miliardi. Ma poi, diversamente da come si ciancia in questa campagna elettorale, si pensi a rimodulare il Pnrr, che adesso deve calzare uno ‘stivale’ un bel po' diverso da quello che avevamo conosciuto nel periodo della ripresa post pandemia”.