(ASI) Salerno - Antonio Lombardi, presidente dell'Associazione Costruttori Salernitani Lombardi: «E' l'ennesima conferma della gravità della situazione, mentre ancora non si intravedono interventi in grado di immettere la liquidità necessaria ad un comparto abbandonato a se stesso» «Gli ultimi dati diffusi dall'Istat
evidenziano indicatori molto negativi per il comparto delle costruzioni. Nel terzo trimestre 2015 diminuiscono in valori assoluti le ore lavorate sia in termini tendenziali che congiunturali e, nonostante la spinta del Jobs Act, si contraggono anche le posizioni lavorative dipendenti». Il presidente dell'Associazione Costruttori Salernitani Antonio Lombardi analizza i numeri diffusi all'interno del report "Il mercato del lavoro" (III Trimestre 2015), rielaborati dal Centro Studi ACS Salerno, che descrivono la filiera dell'edilizia ancora in sofferenza. Nel terzo trimestre 2015 le ore lavorate nelle costruzioni a livello nazionale ammontano, in termini assoluti, a 680.234 con una variazione negativa pari al -2,0% rispetto al trimestre precedente e del -2,4% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. La "compressione" delle occasioni di lavoro si evince anche dal numero delle posizioni lavorative dipendenti calate del -0,3% rispetto al secondo trimestre e del -1,5% rispetto al terzo trimestre 2014.
«È evidente – continua Lombardi – che si continua ad ignorare l'urgenza di fare ripartire gli investimenti pubblici: spingere sulla leva della decontribuzione per le nuove assunzioni non ha alcun senso in un quadro di sostanziale stagnazione dal punto di vista dell'apertura dei cantieri. L'aumento dei bandi gara per lavori pubblici non si è ancora tradotto in risultati concreti, né all'orizzonte si profila un netto cambio di marcia sul versante della sburocratizzazione delle procedure per la spesa dei fondi europei. E bisogna aggiungere che le aziende di costruzioni restano le più penalizzate nelle relazioni con il circuito bancario».
«Siamo fortemente preoccupati – conclude Lombardi – perché di fronte alla girandola di numeri, zero virgola, annunci di ripartenza, le nostre imprese si ritrovano sempre più sole, senza alcun sostegno. Il rischio di ulteriori crolli occupazionali dovuti alla chiusura di altre aziende in difficoltà è, purtroppo, sempre più incombente».