(ASI) Il prossimo 14 novembre, alle ore 17.00, presso il Teatro Comunale di Fiuggi, nel giorno in cui si inaugurerà “Il mondo di Babbo Natale”, il Consiglio dei Giovani, tramite i ragazzi del Progetto FiuggiTeatroScuola, metterà in scena “Ricordi di un Hobbit”,
opera teatrale ideata da Gianfranco De Turris e Sebastiano Fusco, esperti in materia con più di 250 pubblicazioni sull'argomento. Prima della rappresentazione si terrà una conferenza di presentazione dell'opera alla presenza, oltre che dei due autori, di Marco Solfanelli, editore, e di Giovani Sessa, professore e saggista, già più volte ospite del Consiglio dei Giovani.
E' difficile non restare affascinati da quel mondo che con profonda maestria e passione J.R.R. Tolkien descrive nelle sue opere. E' un mondo fatto di luoghi fantastici, di creature che potremmo forse incontrare solo nei nostri sogni più stravaganti, un mondo la cui normalità è scossa da avventure epiche, da un male che incute un profondo terrore, che è poi alla fine sempre sconfitto non tanto da un bene potente, ma al contrario da un eroismo fatto però solo di gesti di profonda e semplice gentilezza.
Sono libri che conquistano quelli di Tolkien. Basti pensare che “Il Signore degli Anelli” è stato tradotto in ben 50 lingue e ha vendute 80 milioni di copie. Ma questo immenso successo non è semplicemente da ricollegare a quel desiderio di evasione dalla realtà che tanti appassionati della letteratura fantasy possiedono. Vi è alla base una motivazione assai più profonda. E' il fatto che nelle opere del professore ritroviamo un “Mondo Secondario” che sfida il Reale con un insieme di valori non solo “che il mondo di oggi, così come quello in cui Tolkien scriveva, ha respinto, rigettato, sbeffeggiato, calunniato”, dice Gianfranco De Turris. Valori anti-moderni verrebbe da dire, ma che soprattutto rappresentano qualcosa di ineluttabilmente insito nel nostro essere uomini. La voglia di felicità diviene in Tolkien innanzitutto desiderio di normalità. I personaggi delle saghe della Terra di Mezzo non compiono atti di eroismo perché spinti da un desiderio di gloria, ma piuttosto sanno che solo così il mondo potrà essere come lo hanno sempre immaginato. La vera forza di personaggi come Frodo e Sam, quella che li spinge ad andare avanti anche difronte alle più terribili sfide, risiede nella consapevolezza che il male non dura per sempre, che pur se il mondo si trasforma, “i fiori sono sempre gli stessi, sempre la stessa è la voce del vento nella foresta, le stelle brillano sempre nel cielo come gemme d’argento”.
Esistono nella vita dei principi che sono sempre validi ed uguali a se stessi, perché l'uomo rimane lo stesso, nonostante il mondo cambi. E' la Tradizione, quella che Chesterton con audace espressione definisce “la democrazia dei morti”, che ci rende consapevoli di ciò che siamo e ci permette di capire ciò che realmente nella vita ha valore.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia
12.00
Ricordi di un Hobbit, a Fiuggi la Terra di Mezzo si vive a teatro
(ASI) Il prossimo 14 novembre, alle ore 17.00, presso il Teatro Comunale di Fiuggi, nel giorno in cui si inaugurerà “Il mondo di Babbo Natale”, il Consiglio dei Giovani, tramite i ragazzi del Progetto FiuggiTeatroScuola, metterà in scena “Ricordi di un Hobbit”, opera teatrale ideata da Gianfranco De Turris e Sebastiano Fusco, esperti in materia con più di 250 pubblicazioni sull'argomento. Prima della rappresentazione si terrà una conferenza di presentazione dell'opera alla presenza, oltre che dei due autori, di Marco Solfanelli, editore, e di Giovani Sessa, professore e saggista, già più volte ospite del Consiglio dei Giovani.
E' difficile non restare affascinati da quel mondo che con profonda maestria e passione J.R.R. Tolkien descrive nelle sue opere. E' un mondo fatto di luoghi fantastici, di creature che potremmo forse incontrare solo nei nostri sogni più stravaganti, un mondo la cui normalità è scossa da avventure epiche, da un male che incute un profondo terrore, che è poi alla fine sempre sconfitto non tanto da un bene potente, ma al contrario da un eroismo fatto però solo di gesti di profonda e semplice gentilezza.
Sono libri che conquistano quelli di Tolkien. Basti pensare che “Il Signore degli Anelli” è stato tradotto in ben 50 lingue e ha vendute 80 milioni di copie. Ma questo immenso successo non è semplicemente da ricollegare a quel desiderio di evasione dalla realtà che tanti appassionati della letteratura fantasy possiedono. Vi è alla base una motivazione assai più profonda. E' il fatto che nelle opere del professore ritroviamo un “Mondo Secondario” che sfida il Reale con un insieme di valori non solo “che il mondo di oggi, così come quello in cui Tolkien scriveva, ha respinto, rigettato, sbeffeggiato, calunniato”, dice Gianfranco De Turris. Valori anti-moderni verrebbe da dire, ma che soprattutto rappresentano qualcosa di ineluttabilmente insito nel nostro essere uomini. La voglia di felicità diviene in Tolkien innanzitutto desiderio di normalità. I personaggi delle saghe della Terra di Mezzo non compiono atti di eroismo perché spinti da un desiderio di gloria, ma piuttosto sanno che solo così il mondo potrà essere come lo hanno sempre immaginato. La vera forza di personaggi come Frodo e Sam, quella che li spinge ad andare avanti anche difronte alle più terribili sfide, risiede nella consapevolezza che il male non dura per sempre, che pur se il mondo si trasforma, “i fiori sono sempre gli stessi, sempre la stessa è la voce del vento nella foresta, le stelle brillano sempre nel cielo come gemme d’argento”.
Esistono nella vita dei principi che sono sempre validi ed uguali a se stessi, perché l'uomo rimane lo stesso, nonostante il mondo cambi. E' la Tradizione, quella che Chesterton con audace espressione definisce “la democrazia dei morti”, che ci rende consapevoli di ciò che siamo e ci permette di capire ciò che realmente nella vita ha valore.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia
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