(ASI) Socialità o anti-socialità? L’uso della tecnologia e dei strumenti digitali potrebbe oggi aver portato ad un’alienazione dell’individuo dalle sfere sociali, dalla convivialità e dal confronto?
Si possono fare moltissime considerazioni sull’argomento. Osserviamo i comportamenti delle persone nei luoghi pubblici. Entriamo in una metropolitana, in un pub oppure, cosa facciamo mentre aspettiamo il bus alla fermata? Utilizziamo il nostro principale strumento digitale, sia esso uno smartphone o un tablet.
Massimo Cesareo e Marianna Vaccaro sulla rivista “Psicologia Contemporanea” hanno spiegato quello che potrebbe essere il “paradosso della tecnologia”: da un lato essa ha prodotto un importante progresso dal punto di vista dello sviluppo commerciale, dell’organizzazione dei trasporti fino ad un importante supporto nell’apprendimento scolastico; dall’altro, ha portato gradualmente le persone a sentirsi intrappolate nella Rete. L’obbligo di essere sempre disponibili e di comunicare il nostro status in tempo reale ha portato gli individui ad utilizzare questi strumenti con una certa frequenza. Di conseguenza l’uso smodato dei strumenti digitali che contengono al loro interno app dedicate alla comunicazione e alla condivisione hanno rafforzato la comunicazione digitale ma allo stesso tempo hanno creato una barriera fisica tra gli individui ostacolando così le relazioni tra esseri umani invece di rafforzarle.
La visione deve, però allo stesso tempo, essere periferica perché se ci concentriamo rigorosamente sulle conseguenze negative derivanti dall’uso dei strumenti digitali rischiamo di non vederne, invece, gli aspetti positivi.
Si dovrebbe pertanto insegnare ad utilizzare lo strumento digitale in modo funzionale. Un uso consapevole degli apparecchi elettronici che ci circondano sfruttandoli a nostro vantaggio. Potrebbe nascere anche una materia scolastica, di almeno due ore settimanali: educazione digitale.
Pietro Pallotti - Agenzia Stampa Italia