(ASI) Torino. Il motto dell’Orchestra da Camera “Giovanni Battista Polledro” play the youth si attua nel suo autentico significato con il concerto di giovedì 23 marzo presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino. L’appuntamento serale, il cui programma propone tre preziose composizioni mozartiane, avrà inizio alle 21 con un momento in cui troveranno piena sintesi la volontà costante di promuovere i giovani talenti e un richiamo mai scontato al mondo della musica classica.
Infatti, l’esecuzione del primo brano, il “Concerto n.4 per violino in re maggiore K.218”, vedrà in veste di solista Tommaso Belli, giovane violinista di talento, da diverse stagioni primo violino dell’Orchestra. Quarto di una serie di cinque concerti per il suddetto strumento, stesi nel 1775, durante una permanenza salisburghese di Wolfang Amadeus Mozart (1756 – 1791), in essi riecheggia la scuola italiana. Sembra che l’ispirazione del Maestro si sia accesa nell’ascolto di un concerto, composto anni prima da Luigi Boccherini (1743 – 1805) nella stessa tonalità. L’estro tipico di Mozart è intervenuto innestando nuovi motivi musicali nell’intuizione boccheriniana. “Un concerto caratterizzato da pulizia e delicatezza, diverso rispetto alle atmosfere romantiche. Ma non per questo più semplice, anzi: in una linea così pura come quella mozartiana il minimo errore è decisivo e si percepisce – commenta Belli – un brano altamente formativo, infatti con esso tutti i violinisti prima o poi vi si confrontano”.
Belli, classe ’89, di Canali, frazione di Reggio Emilia, discende da una famiglia di musicisti: il nonno era un organista autodidatta, mentre la madre è stata insegnante di pianoforte al Conservatorio. “Ho sempre sentito musica in casa – racconta – pertanto è stato naturale che mi venisse chiesto se volessi imparare a suonare uno strumento”. La scelta è poi ricaduta “in maniera quasi casuale” sul violino, “perché mia madre conosceva un’abile insegnante e mi ha proposto di provare qualche volta di suonare con lei”.
Da quel momento Belli non si separerà più dallo strumento a corde. I titoli di studi non mancano, arrivando a ottenere l’equivalente italiano della magistrale, con il pieno dei voti nel 2011, e frequentando in seguito a Stoccolma un corso post-graduate, il “Soloist diplome”, dopo averne superato le selezioni preliminari. Una sorta di masterclass continua, in cui il perfezionamento consiste nel fare pratica con le prime parti delle maggiori e più importanti orchestre svedesi e non solo, come ricorda il solista.
La seconda proposta della serata è la “Sinfonia n.34 in do maggiore K.338”, anch’essa terminata a Salisburgo nel 1780, in circa due mesi. Segna il passaggio alla maturità compositiva di Mozart, che l’anno successivo si trasferirà a Vienna, perché annoiato e scontento della realtà salisburghese ed esasperato dall’autorità dell'arcivescovo Hieronymus von Colloredo, alla cui corte prestava servizio. Sono 41 le sinfonie scritte da Mozart: la prima quando aveva otto anni, l'ultima quando ne aveva trentadue, nel 1788.
Concluderà l’esibizione la “Sinfonia n.36 in do maggiore K.425 “Linz”, in cui emerge con chiarezza il debito artistico di Mozart nei confronti di Joseph Haydn. Nel 1783 era di passaggio a Linz, in un viaggio verso Vienna da Salisburgo. Nella città era previsto un concerto con un programma già stilato, cui mancava soltanto un pezzo d’apertura, che venne richiesto a lui. Scrive al padre, infatti, Mozart in una lettera del 31 ottobre 1783: "martedì 4 novembre darò un concerto in teatro, ma, non avendo portato con me nessuna Sinfonia, ne sto componendo una a gran velocità, perché devo terminarla per questa data". Il brano venne stilato molto rapidamente: in una settimana.
“Il concerto del 23 marzo – commenta Federico Bisio, Direttore stabile e artistico della Polledro – è una summa di quel che è l’Orchestra: attenzione ai giovani, sia nell’organico orchestrale, infatti l’età media è di 28 anni; sia intesi come pubblico che intende coinvolgere e appassionare alla musica colta. Questo è, inoltre, un altro aspetto ben rappresentato dal concerto che ci apprestiamo a eseguire”.
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