Oltre alla voce della Nannini, si fa subito apprezzare il suono deciso della batteria di Mylious Johnson, cui si aggiungono le armonie delle chitarre di Davide Tagliapietra e Milton McDonald, il ritmo del basso di Alex Klier, mentre Davide Ferrario domina alle tastiere. L’essenzialità della scenografia, solo quattro archi metallici a fare da cornice a un palco su due livelli, si unisce a quella dell’abbigliamento della Nannini che, vestita per l’Inno tuor da Emporio Armani, si spoglia degli orpelli per regalare l’unicità della sua voce e lasciando aperto alla curiosità del pubblico la segretezza del back stage, facendosi seguire dalle telecamere anche nei momenti dei cambi d’abito.
Dopo il primo momento energico e scatenato, irrompe sul palco il fortunato singolo La fine del mondo, canzone simbolo della rinascita nell’amore e con l’amore, tema che rappresenta il filo rosso di Inno che, secondo la stessa cantautrice, è l’album migliore che abbia scritto; e poi ancora In the rain e Ninna nein, tratte entrambe dall’ultima fatica discografica.
Alla ruvidezza del rock con i brani Dimmelo chi sei, Radio Baccano e Latin Lover, si alterna la dolcezza di un’inedita versione di Profumo, forse una della canzoni più sensuali della Nannini, cantata e sussurrata solo con l’accompagnamento della batteria; e poi ancora il best della “Gianna da Fontebranda, Siena” - come lei stessa di presenta -, e quindi via con Meravigliosa creatura, Bello e Impossibile, Fotoromanza e I maschi, in un medley acustico sul quale il pubblico di scatena e applaude. La prima parte dello spettacolo si chiude su uno fondo di luci blu, ed è proprio il gioco di luci uno dei fattori di maggior successo dello show. Affidata al designer Patrick Woodroffe, l’illuminazione del palco e dal palco è estremamente efficace per il concerto e ben descrive la passione – predominante, infatti, il colore rosso – che la cantautrice trasmette al suo pubblico. Al ritorno sulla scena la Nannini canta l’ultimo singolo Indimenticabile, poi scompare con la chitarra sottobraccio e a cavallo di una fiammate moto per il penultimo saluto sulle note di America. Il finale per Inno, il brano che dà il titolo alla tournee e all’ultimo disco, è di quelli a sorpresa: la Nannini riappare, infatti, fasciata in un tailleur bianco e si erge sopra una pedana mobile, quasi a raggiungere tutte le mani del pubblico, che nel frattempo viene è inondato da un’esplosione di petali rossi, il momento culminante della rinascita. Poi Gianna se ne fra gli applausi, portandosi con se l’abbraccio di Perugia.
Chiara Scardazza – Agenzia Stampa Italia
ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione