(ASI) Firenze. La giornata più difficile della prima edizione dei “Trisome Games”, giochi mondiali riservati a soggetti con sindrome di down, è stata quella conclusiva: quella dei saluti. Il plotone di oltre 1000 persone che ha vissuto per una intera settimana a Firenze, tra atleti, tecnici, dirigenti e volontari è tornato a casa nei rispettivi 36 Paesi al termine di una settimana intensa ricca di sport, titoli, medaglie, prestazioni ma soprattutto di un’esperienza condivisa con culture e condizioni diverse favorita da una macchina organizzativa fantastica quanto complessa in uno scenario magico per storia, arte e strutture sportive.
“Avendoli fortemente voluti cercati e organizzati, non devo essere io a giudicare la qualità organizzativa di questa prima volta dei “Trisome Games” - dice il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Toscana Massimo Porciani (nella foto con il presidente FISDIR Marco Borzacchini) - Quindi mi fanno piacere tutti i complimenti ricevuti ma soprattutto la felicità disegnata sul volto degli atleti.
La prima parola che mi viene in mente è spontaneità. E’ stato normale vedere chi ha perso applaudire chi ha vinto e chi ha vinto abbracciare o alzare il braccio a chi ha perso. Niente recriminazioni, lamentele. o proteste, con qualche eccezioni tra i coach.
Per ognuno di questi atleti è stata una festa come dovrebbe sempre essere lo sport. Questa autentica lezione culturale è la risposta che il CIP vuol dare ad ogni Federazione sportiva”.
Lasciando risultati e medagliere ai coach e alle statistiche, con un migliaio di persone a girare tra la mensa, un campo di gara e l’altro non s’è vista una carta di caramella per terra.
“Beh, premesso cha a Firenze chi butta la carta per terra prende la multa, io stesso sono stato ripreso da un vigile perché per la fretta di entrare a Palazzo Vecchio dove avevo in programma una delle riunioni con il sindaco ho buttato per terra il mozzicone della sigaretta. Nemmeno il fatto di essere in carrozzina ha impietosito l’agente - scherza il presidente - Quindi Firenze favorisce già di suo questa attenzione e cortesia che hanno contagiato anche tutti i protagonisti di questa settimana dei giochi”.
L’aspetto organizzativo più difficile?
“Il rapporto con dirigenti e coach di così tanti Paesi di tutti e cinque i Continenti. Risposte mancate o fuori tempo massimo, il Messico che comunica di avere la squadra di calcio pochi giorni prima di arrivare, il Venezuela che stiamo aspettando ancora adesso, la Turchia che per ovvie ragioni ha confermato la sua presenza solo all’ultimo. Solo pochi esempi di problemi che ci hanno costretto a riadeguare più volte cose già definite e decise da tempo, rendendo vana la nostra partenza con largo anticipo che prevedeva la scadenza di adesione il 30 novembre 2015, costringendoci a ridefinire il tutto all’ultimo momento”.
Si può dire che al di là del CIP e della FISDIR la qualità di un’attività o anche solo di un singolo evento è alta quando ci sono le persone giuste al posto giusto?
“Si può dire ed è una regola che non vale solo per CIP e FISDIR. Prima di ogni sigla o Ente c’è la persona, soprattutto dove come nel nostro mondo si lavora solo per passione e per il sorriso dei nostri ragazzi. Un aspetto quest’ultimo per noi basilare ma purtroppo per molti motivo di scarso interesse per persone potenzialmente valide. Ma personalmente preferisco un generoso da far diventare bravo piuttosto che uno bravo da far diventare generoso”.
Dalla sfilata nel centro storico alla cerimonia di apertura in Piazza della Signoria fino alle strutture sportive sedi del nuoto, del nuoto sincronizzato, dell’atletica, del calcetto, della ginnastica, dello judo, del tennis e del tennis tavolo, senza dimenticare la ristorazione, i trasporti e la ricezione alberghiera, siete diventati senz’altro motivo di preoccupazione per il Messico probabile organizzatore dei Trisome Games 2020. Oltre al fatto che nei prossimo quattro anni le discipline e i Paesi partecipanti sono destinati ad aumentare e non poco.
“Certamente è e sarà come dice anche perché in questa occasione il Messico non è stato tra i Paesi più brillanti in tema di efficenza”.
Prima volta dei giochi paralimpici Roma 1960, prima volta dei “Trisome Games” Firenze 2016 che potrebbero insegnare qualcosa alle eventuali Paralimpiadi di Roma 2024?
“Forse è troppo. Le Paralimpiadi stanno ai ‘Trisome Games’ come Firenze sta a Scandicci”.
Beh, stiamo parlando di oltre 50 anni storia e di una prima volta. A Rio i paralimpici saranno in 5000 ma nel 1960 a Roma erano 400. Gli iscritti ai “Trisome Games” erano poco meno del doppio.
“E’ vero, siamo partiti meglio! Ovviamente è una battuta. Dal 1960 ad oggi il mondo è cambiato. Io stesso quando ebbi l’incidente ormai 36 anni fa non avevo mai visto prima una carrozzina e avevo già 22 anni. Oggi è per fortuna tutto molto diverso e il cambiamento è avvenuto anche grazie alle Paralimpiadi e da quest’anno anche grazie ai ‘Trisome Games’. Così come Firenze, come mi auguravo nel mio discorso inaugurale, dopo aver ospitato e ammirato questo evento sarà una città migliore”.