Venerdì, sabato e domenica alle ore 21 sul palcoscenico del Tezzano, ubicato nell’omonima via del centro storico etneo, sarà proposta la disperazione di un carcerato, detenuto in totale isolamento e ingiustamente in quanto condannato per un delitto che non ha commesso. Le allucinazioni e la rabbia per l’ingiusta detenzione portano l’uomo a reinterpretare l’Amleto nel suo linguaggio popolare, al pubblico sarà, quindi, offerto il soliloquio del condannato che, rimodulando i vari personaggi della trama, troverà nel testo dell’opera la forza necessaria per sopravvivere dietro le sbarre della prigione e per non impazzire al cospetto della sua ingiusta reclusione.
L’insolita e affascinante riscrittura in dialetto ragusano di una delle maggiori opere della drammaturgia mondiale di tutti i tempi è in grado di esaltare la “carnalità” del linguaggio shakespeariano, il detenuto - attore Rosario Minardi sfoglia e rivive le pagine della tragicommedia per avere la meglio, attraverso il gioco del teatro, su un avversario potente e quasi invincibile, ossia l’irreversibilità della follia e del non ritorno. Una lotta impari per cercare di fuggire ed evadere da uno status che aliena e mortifica l’uomo, la sua mente e la sua anima, instillando in lui il desiderio di continuare a vivere per vendicarsi contro una società che lo ha ingiustamente condannato.
Ideazione di Carlo Ferreri, progetto e produzione di Marco Tringali, scene e costumi di Salvo Manciagli, scrittura del movimento Giovanna Amarù, suono Paolo Schembari.