(ASI) Roma - Gli Scienziati della Politica nel Corso dell'Ottocento hanno teorizzato le linee generali della Nazione Italiana, ed in particolare hanno identificato due anime che la caratterizzano, quella più universale o "Romana" e quella più particolare o locale, di tipo "Italica".
Le due anime dell'identità nazionale italiana che a volte si scontrano, altre si incontrano, sono riscontrabili fin dalla Guerra Sociale del 90 - 88 a.e.c., e dalla "Coniuratio Italiae" (32 a.e.c.), cioè nel giuramento di fedeltà dell'Italia a Cesare Ottaviano ("Tota Italia Iuravit in mea verba"). Sulla nascita delle basi della Nazione Italiana in epoca romana, si possono consultare le opere di autorevoli storici e docenti come Francesco Barbagallo o Giuseppe Prezzolini. Ma, la piena formazione della nostra Nazione, secondo storici come Gioacchino Volpe in "Origini della Nazione Italiana", si avrebbe solo nel Basso Medioevo con la fioritura della società comunale che tutti gli storici pressoché unanimamente iniziano a chiamare italiana.
Si sa, le tradizioni nazionali sono state inventate dagli intellettuali degli Stati Nazionali moderni, andando a selezionare quello che ritenevano più suggestivo per creare un sentimento comune di unità e un orgoglio di appartenenza nel Popolo che spesso aveva vissuto in passato esperienze piuttosto eterogenee a seconda della regione e del territorio di appartenenza, pertanto la scelta di collocare le basi della Nazione Italiana nell'epoca romana, era necessaria per far identificare il Popolo nell'unica esperienza politica duratura veramente unitaria di tutta la Penisola, ma era necessario però anche non penalizzare e mortificare le varie identità locali cittadine e regionali campanilistiche, molto forti in Italia che hanno una origine antichissima nell'Età del Ferro ( Sull'invenzione della tradizione, vedi E. Hobsbawm, Torino, Einaudi, 1987 - I edizione 1983).
Dunque, per lo Stato Nazionale italiano, nato politicamente nel 1861, si parla di "Italia Invertebrata", con due anime, appunto quella "Romana" e quella "Italiana", come teorizzato anche da Gabriele Fregola nel suo libro "Italia Invertebrata", utilizzato come fonte nella mia tesi di laurea in Scienze Politiche indirizzo storico - politico "L'origine della Questione Meridionale 1860 - 1861" (2007), citando storici e politologi del calibro di : G. Fergola "Italia Invertebrata", Controcorrente, Napoli 1998; G.Volpe "L'Italia che nasce", ed. Vallecchi, Firenze 1969; G.Galasso "L'Italia come problema storiografico", Utet, Torino, 1981; M. Venziani, "Processo all'Occidente", Sugario, Milano, 1990; I.Rauti, "Campane a Martello", Marzorati, Ravenna, 1989; J.Evola, "Gli uomini e le rovine"; B. De Giovanni, "Togliatti e la cultura meridionale in Togliatti e il Mezzogiorno", vol. I, Riuniti, Roma 1977; A. Gramsci, "Note sul Macchiavelli", Einaudi, Torino, 1953; A.Gramsci, "Passato e Presente", Einaudi, Torino 1953; A.Gramsci, "Gli Intellettuali", Einaudi, Torino 1953; A.Gramsci, "Il Risorgimento", Einaudi, Torino, 1954.
Dunque, è evidente a tutti che quando si dice che gli Italiani non sono gli eredi diretti di sangue dei Romani e che lo Stato Italiano, non è giuridicamente di certo l'erede della Res Publica Romana, è un dato di fatto talmente chiaro che ha valenza scientifica come "scoprire l'acqua calda", ma negare l'origine romano - italica della Nazione Italiana, nell'ottica del tentativo di omologazione del Popolo Italiano nella società globalizzata che sta portando avanti il capitalismo internazionale, ha una valenza politica ben precisa per indebolire il nostro senso di appartenenza collettivo e questo non può essere accettato.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia
Fonti:
C. Vignali, "Italia nazione "invertebrata" con due anime, quella "Romana" e quella "italiana", 22 luglio 2020.
C. Vignali, "L'Europa verso un nuovo Medioevo Tecnologico", 3 gennaio 2021.
C. Vignali, "Sull'Origine Romano Italica della Nazione Italiana", 8 marzo 2021. C. Vignali, "I Longobardi e l'identità nazionale italiana", 11 marzo 2021.