Castello di Mesagne, Sabato 10 ottobre 2020, ore 18
(ASI) Castello di Mesagne . Esattamente 400 anni dopo la sua pubblicazione, avvenuta a Venezia a spese dell’Università di Padova, sabato 10 ottobre 2020, alle ore 18, nel Castello Normanno-Svevo di Mesagne si presenta un libro che è un vero miracolo, in quanto esprime alcuni valori universali che caratterizzano i popoli civili: la Ricerca, la Formazione e l’Assistenza agli ammalati, che vanno curati al meglio e possibilmente guariti a costi sostenibili!
Il volume Centum Historiae seu Observationes et Casus Medici è un capolavoro scritto da Epifanio Ferdinando (Mesagne 1569 – 1638) in una casa che esiste ancora oggi a Mesagne, a non meno di 200 metri dal Castello. Tradotto dal latino da Maria Luisa Portulano ed Amedeo Elio Distante, studiosi mesagnesi (letterata lei e medico-chirurgo lui), il corposo volume è frutto di una strategia lungimirante per valorizzare l’opera di un genio del territorio. Esso ha richiesto una pazienza certosina, ma ora è fruibile da medici, storici, studenti, ricercatori e da tutti i cittadini che scopriranno in Epifanio Ferdinando una delle menti più acute nella storia travagliata della nostra “piccola” Italia.
Patrocinato dalla Regione Puglia, sostenuto dal Comune di Mesagne e sponsorizzo dalla Contract Research Organization (CRO) ClinOpsHub, il libro sulle Cento Storie fu dedicato a Giulia Farnese, Marchesa di Mesagne, della quale Epifanio Ferdinando fu medico di famiglia ed amico. Si tratta di una mirabile descrizione di casi clinici che racchiudono molteplici domande di ricerca, ragionamenti articolati sulle possibili cause delle malattie, con indicazioni sui rimedi terapeutici. Come emerge dalle citazioni (non esaustive), le patologie sono una sfida per l’umanità ancora oggi: perdita della memoria, epilessia, malattie psichiatriche come depressione, manie, delirio e psicosi, le malattie infettive come varicella, morbillo, sifilide, gonorrea, carbonchio, le tipologie di febbri allora considerate vere malattie, le patologie metaboliche quali diabete, gotta, obesità, magrezza, e poi gli ascessi, la cataratta, l’asma, la pleurite, il carcinoma mammario, le coliche renali, l’ipertrofia prostatica, l’aborto, il parto e le sue complicazioni, la fibrillazione atriale, etc.
Pur scritte circa 4 secoli fa (ma alcune sono andate perse), le opere di Ferdinando contengono linfa, spunti e stimoli per i giovani sensibili che intendono impegnarsi per progettare il futuro con le proprie mani, oggi. In un libro del 1626 trattò La Peste descrivendola come pandemia, e di fatto richiamando i tragici giorni che viviamo ora. Portulano e Distante la tradussero in italiano nel 2001.
Per testimoniare l’importanza delle opere di Epifanio Ferdinando, rese fruibili dallo splendido connubio culturale fra Amedeo Elio Distante e Maria Luisa Portulano, ci saranno il Sindaco di Mesagne dr. Antonio Matarrelli a nome delle Istituzioni, il professor Giuseppe Armocida Presidente onorario, a nome della Società Italiana di Storia della Medicina, il biotecnologo Stefano Lagravinese direttore scientifico della ClinOpsHub, a nome di un’impresa focalizzata sulla sperimentazione clinica, ed infine Alessandro Distante, presidente dell’ISBEM (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo) a nome del mondo della ricerca biomedica. L’impegno di tutti loro è quello di valorizzare al massimo la “splendida squadra” di persone che, pur nella periferia del mondo, hanno giocato una grande partita al di fuori del tempo (400 anni), proponendo alle future generazioni un meta-modello da emulare, con lo studio, la serietà, la lungimiranza e la generosità.
Dopo aver frequentato il Liceo Classico a Francavilla Fontana, la Facoltà di Medicina a Perugia, e la Scuola di Specializzazione a Bologna, Amedeo Elio Distante è stato Medico di Famiglia e Pediatra popolarissimo a Mesagne. Dotato di spiccato acume clinico e di una grande memoria, egli è oggi il direttore dell’Unità di Ricerca dell’ISBEM Storia della Medicina e Storia loco-regionale. Per oltre 20 anni ha “rubato il tempo al tempo” per lavorare intensamente con Maria Luisa Portulano, amatissima preside scomparsa nel 2017, ancora nella memoria di moltissimi fra noi. Hanno tradotto tutte le opere note del medico e filosofo Epifanio Ferdinando, che visse tra il 1569 e il 1638 a Mesagne, dove fu anche sindaco apprezzato, in quanto innovativo. Si deve a lui, peraltro, sia un assetto “rivoluzionario” del piano urbanistico della città che la costruzione della Porta Nuova.
L’evento si può seguire anche in streaming connettendosi con Qui Mesagne https://www.quimesagne.it/