(ASI) Federico Moccia ha segnato una generazione. Se oggi vediamo sparsi lucchetti a Ponte Milvio o in alcuni luoghi suggestivi di romantiche città è grazie ai suoi libri, divenuti poi film. I nati tra gli anni ’80 e ’90, i cosiddetti Millenials, hanno trovato ispirazione, fantasia ed emozioni leggendo l’amore di Step e Baby.
E’ nato così nei primi anni 2000 il genere “Moccia”, un genere letterario basato sulla quotidianità, sul raccontare una generazione che si eleva con l’amore. Quei tempi non ci sono più. Era un’epoca dove erano assenti social e I-phone e c’era più spazio per l’immaginazione e anche l’amore. Lo scrittore-regista romano, però, con La ragazza di Roma Nord (editore SEM) torna alle origini e lancia la sfida ai Post Millenials: raccontare il loro mondo, con una scrittura veloce e scorrevole, con due protagonisti simbolo di questa nuova generazione. Ci sono gli I-phone, i social, whatsapp, Instagram, le stories e tutto quello che caratterizza il tempo di oggi, ma Moccia abilmente inserisce alcuni richiami della letteratura, come ad esempio il tema del “viaggio”, precisamente un viaggio in treno (ovviamente un Freccia rossa per essere al passo con i tempi) direzione Verona. Località non scelta a caso, quale migliore scenografia della patria di Giulietta e Romeo. La bellissima Verona sarà strumentale e fatale per i due protagonisti, che sembrano inizialmente solo sfiorarsi come in un sogno. Da un lato, abbiamo Simone felicemente fidanzato che sogna di festeggiare il suo primo anno di fidanzamento con Sara, dall’altra abbiamo una bellissima sconosciuta che non conosce l’amore e che si presenta come una tentazione per Simone. Il ragazzo entra involontariamente in sintonia con la ragazza e tutte le cose che fa, sembrano incantare l’avvenente ragazza, che manifesta una sua simpatia. Una situazione anomala, da film, ma Simone mantiene l’intento di non cadere in tentazione e per questo propone di non scambiarsi i contatti e di limitarsi a fare solo una bellissima chiacchierata nella tratta Roma-Firenze. Così i due ragazzi prendono due identità: lui Argo, in omaggio al fedele cane di Ulisse, lei diventa La ragazza di Roma Nord. Solo una coincidenza? Solo un attimo? O è il destino che bussa alla loro porta? Due anime così simili potranno tenersi lontane? Un miraggio, un’idea, ma di sicuro La ragazza di Roma Nord, che ama Instagram, i tatuaggi, gli aperitivi, New York ecc non può non essere una protagonista né dimenticarsi. Simone rimane fedele e arrivato a Verona lui che voleva fare una sorpresa a Sara, sarà sorpreso da lei, aprendo un nuovo sconvolgente scenario di vita.
Riuscirà Moccia a far breccia nel cuore dei Post Millenials e riavvicinare alla lettura e alle fantasie romantiche questa nuova generazione Z? Argo e La ragazza di Roma Nord saranno i “fratelli minori” di Baby Step e segneranno un’epoca? Gli ingredienti ci sono, poiché ancora una volta Moccia racconta con attenzione un mondo così vicino eppure così lontano per i più grandi. La ragazza di Roma Nord è dolce, ma più “cazzuta” di Baby, così Argo non ha certo l’irruenza e la forza di Step, ma è più fragile e sensibile, in armonia con i giorni di oggi, ma ricorderà lo Scamarcio-Step dei tempi d’oro con le sue trovate, ancora di più nell’era 3.0.
Daniele Corvi - Agenzia Stampa Italia