(ASI) Firenze - Le Associazioni, i gruppi, i circoli intitolati a “Giorgio La Pira”, terranno a Roma, presso Villa Aurelia (Via Leone XIII, n. 459) i giorni 22 e 23 novembre 2018, il quinto convegno nazionale. Il secondo giorno, una delegazione (formata da un rappresentante per cisacun associazione, circolo o gruppo) sarà ricevuta in udienza sia da Papa Francesco in mattinata (alle ore 12.00), sia nel pomeriggio dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (alle 17.30).
Giorgio La Pira (Pozzalo 9 gennaio 1904 – Firenze 5 novembre 1977), di origine siciliana, è stato un docente universitario di diritto romano all'Università di Firenze, di formazione cattolica, terziario domenicano e francescano, appartenente all'Istituto Secolare dei Missionari della Regalità di Cristo.
E' stato un politico, esponente della corrente “dossettiana” della Democrazia Cristiana con Giuseppe Dossetti e Amintore Fanfani, ricoprendo divesi incarichi importanti, tra cui quello di membro dell'Assemblea Costituente, di Sottosegretario di Stato del Ministero del lavoro e della Previdenza Sociale (1948 – 1950), di Deputato della Repubblica nella Prima Legislatura ed infine di Sindaco di Firenze per due mandati (1951 – 1957 e 1961 – 1965).
Infine, è stato eletto nel 1967 Presidente della “Federazione Mondiale delle Città Unite”, lanciando lo slogan “Unire le Città per Unire le Nazioni”. Durante la sua presidenza, ha svolto un'attività diplomatica tesa al disgelo della “Guerra Fredda”, anche con esponenti governativi della Cina e dell'Unione Sovietica, intervenendo altresì in aree di crisi per la pace come nel Vietnam, nel Cile di Pinochet, nel Medioriente, e nell'Africa Subsahariana.
Giorgio La Pira, per la sua umanità cristiana e la sua vicinanza verso i cittadini pù svantaggiati e bisognosi, veniva chiamato il “Sindaco Santo”. La Chiesa Cattolica lo ha dichiarato “Venerabile” ed è in corso una causa di beatificazione.
Per approfondire il ruolo e la figura di Giorgio La Pira, abbiamo intervistato Mario Primicerio, già Sindaco di Firenze, docente e preside universitario e attuale Presidente della Fondazione “Giorgio La Pira” che ha scritto il libro “Con La Pira in Vietnam” (Edizioni Polistampa).
Ci parli brevemente di lei... “Sono nato a Roma il 13 novembre 1940, sono coniugato e ho un figlio. Mi sono laureato in Fisica nel 1962 e sono stato Preside della Facoltà di Scienze Matematiche, fisiche e naturali. Oggi sono professore emerito dell'Università di Firenze. Studio la matematica applicata e sono stato visiting professor in varie università europee ed extraeuropee. Sono socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei e dell'Accademia della Colombaria. Ho collaborato con Giorgio La Pira, accompagnandolo in numerosi viaggi, tra i quali il famoso viaggio ad Hanoi nel 1965. Dal 1995 al 1999 sono stato Sindaco di Firenze e dal 2000 sono Presidente della Fondazione “Giorgio La Pira”.
Cosa ci dice a proposito della figura di Giorgio La Pira Presidente della Federazione Mondiale delle Città Unite...
“Nel 1967 La Pira prende parte a Parigi al Congresso della Federazione Mondiale delle Città Gemellate (FMVJ) (sarà lo stesso La Pira a modificare il nome della Federazione in quello più generale ed espressivo di Federazione Mondiale delle Città Unite). In tale Congresso, in cui sarà eletto Presidente della Federazione anche per iniziativa del presidente senegalese Léopold Sédar Senghor , pronunzia un discorso programmatico in cui riprende il tema già sviluppato al momento del Convegno dei Sindaci delle Città Capitali da lui convocato, nel suo primo mandato di Sindaco di Firenze, nel 1955, in piena Guerra Fredda! (…Gli stati non hanno il diritto -con la guerra nucleare- di annientare per nessuna ragione questo patrimonio che costituisce la continuità del genere umano e che appartiene al futuro…) e lo sviluppa assegnando alle città un ruolo positivo: quello cioè di collaborare alla unità del mondo, alla unità delle nazioni: esse vogliono unirsi per unire le nazioni; per unire il mondo. Vogliono creare un sistema di ponti…. Se l'unità delle nazioni non è ancora possibile -si pensi ai grandi vuoti esistenti nelle Nazioni Unite (la Cina!)- noi pensiamo che sia possibile l'unità delle città, il loro collegamento organico attraverso l'intero pianeta.. (…) Le città unite: l'altro volto -integratore ed in certo modo essenziale- delle nazioni unite (…) realtà destinata a rinnovare, rinsaldandolo alla base ed integrandolo al vertice, l'edificio i ancora fragile ed incompleto delle Nazioni Unite””.
In quegli anni, Giorgio La Pira ha svolto una importante attività diplomatica a livello internazionale...
“Abbattere i muri, costruire ponti”: questo lo slogan che La Pira ha preso a motto della sua azione a livello internazionale. Nella situazione mondiale degli anni ’50, ’60 e ’70 del secolo scorso se da un lato appariva chiaramente che uno scontro nucleare non avrebbe prodotto né vinti né vincitori ma soltanto una immensa quantità di morti, dall’altro sembrava impossibile giungere ad un regime equilibrato di relazioni che scongiurassero la possibilità di questo scontro. La Pira si impegnò in una serie di iniziative volte a mantenere aperti tutti i possibili canali di dialogo, sia attraverso i contatti tra le città come accennato sopra (gemellaggi di città del Nord industrializzato con città del Sud in via di sviluppo; gemellaggi tra città del mondo occidentalee città del mondo comunista), sia attraverso convegni internazionali (Tavole Rotonde Est-Ovest, Colloqui Mediterranei, Simposio sul Viet Nam) , sia con viaggi specificamente progettati (in Egitto, Giordania e Terra Santa; a Mosca; nelle capitali europee; negli Stati Uniti; nei paesi del Maghreb; nel Cile di Allende; ad Hanoi). Nei suoi viaggi era sempre accolto, ai massimi livelli, con la più alta considerazione, come personalità di grande prestigio e senza secondi fini o schieramenti precostituiti”.
Di cosa tratta il suo libro su Giorgio La Pira?
“Il libro ricostruisce gli eventi relativi al viaggio di La Pira nel Viet Nam del Nord nel 1965 che aveva lo scopo di accertare (al di fuori dei canali ufficiali della diplomazia) se i vietnamiti avrebbero accettato di iniziare un negoziato con gli Stati Uniti senza richiedere il ritiro preliminare delle truppe statunitensi dal Viet Nam del Sud. La Pira (che io ebbi la fortuna di accompagnare) ebbe un lungo colloquio con i massimi dirigenti di Hanoi –il presidente Ho Chi Minh e il Primo Ministro Pham Van Dong- nel quale questi affermarono la loro disponibilità purché l’informazione fosse trasmessa a Washington in modo assolutamente confidenziale. Fui io stesso a recarmi a New York (La Pira era personaggio troppo in vista perché il viaggio rimanesse segreto) a comunicare a Fanfani, al tempo Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU, la possibilità che si era aperta. Però alcune settimane piu’ tardi la notizia fu fatta filtrare ai giornali, presumibilmente dagli ambienti più oltranzisti dell’amministrazione USA che pensavano di risolvere il problema con una vittoria militare. I negoziati che si tennero 7 anni più tardi iniziarono proprio sulla base di quanto La Pira aveva riportato dal suo viaggio! Il libro si basa sugli appunti che avevo preso durante il viaggio ed è arricchito da una importante prefazione di Romano Prodi”.
Perché Giorgio La Pira viene chiamato il “sindaco santo”? “La Pira è stato chiamato “sindaco santo” a partire dagli anni ’50. Per alcuni era un modo di dileggiarlo: un sindaco con la testa fra le nuvole, pieno di idealità ma senza senso pratico. La maggioranza però lo chiamava così perché realizzava che il modo di agire di La Pira era basato su una profondissima e salda fede (e quindi appariva davvero come un santo) ma si articolava su un modo assai concreto e documentato di fare le sue scelte (e quindi era un vero sindaco, difensore in modo speciale delle fasce più deboli della popolazione: disoccupati o licenziati, sfrattati, bisognosi di assistenza ecc.). Questo modo di qualificarlo perdura ancora e non a caso Papa Giovanni Paolo II lo ha indicato come esempio di santità laicale nell’attività politica”.
Definisca Giorgio La Pira con un aggettivo “La Pira è l’uomo della speranza e uomo del dialogo”.
Cristiano Vignali -Agenzia Stampa Italia