(ASI) Tra le Accademie marchigiane, anche quella degli “Sciolti” di Fermo vanta l’aggregazione di Torquato Tasso. Ne fa fede la lettera con cui il poeta accettò l’aggregazione, datata da Ferrara il 23 aprile 1583, rinvenuta solo a fine ‘800 tra le carte della famiglia Vinci.
La lettera tra l’altro contiene, com’era consuetudine nelle Accademie, l’indicazione dell’impresa (stemma), del motto e del nome con cui Tasso accettò di essere annoverato tra gli Sciolti: “Le mando la mia impresa la quale è un leopardo col collaro ma senza catena; il motto è “L’attendo al varco”; il nome ch’io ho preso “Lo Scatenato””.
La scelta del nome (Lo Scatenato) è stata posta in relazione all’appartenenza all’Accademia dei Catenati di Macerata. In realtà tale relazione non ha alcun fondamento, e lo si comprende bene alla luce del dialogo “Il Conte ovvero De l’Imprese ” in cui il Tasso spiega il significato del Leopardo assunto come impresa (stemma) e indirettamente il “rifiuto” della catena richiamando il verso del Petrarca (dal Sonetto LIX)
“…. Intelletto veloce più che pardo “
e aggiungendo:
“bella impresa sarebbe, per mio avviso, la figura del pardo per dimostrare la velocità dell’ingegno ” .
Dunque questa simbologia è da interpretare in relazione alla “velocità dell’ingegno”, comprendendo ovviamente e a maggior ragione la libertà dalla catena che non è certo, in questa accezione, la catena d’oro omerica dei Catenati.
A presiedere quale “Principe”” l’Accademia degli Sciolti a Fermo nel Palazzo Rosati ora Vitali Rosati al momento dell’ammissione di Torquato Tasso era Uriele Rosati.
Costui era figlio di Bartolomeo Rosati e di Lucrezia Morroni, figlia del famoso Capitano di Francia, Marchetto Morroni,che fu inviato da Pio V alla difesa di Cipro nel 1571 e fu Comandante le Truppe dello Stato Fermano nel 1595.
Uriele Rosati fu uno dei migliori letterati e poeti fermani all’inizio del 1600.
Fu Principe della Accademia degli Sciolti che aveva sede proprio nel palazzo Rosati , nonché ambasciatore sempre per Papa Pio V all’estero.
Per la sua carica ebbe modo di ospitare Torquato Tasso il quale a lui stesso invio’ la missiva sopra indicata di adesione alla Accademia.
Molte furono le poesie di Uriele Rosati pubblicate in diverse raccolte letterarie insieme a quelle di Torquato Tasso e del Chiabrera: si ricordano:
- il pescatore tradito, favola littorale dell’immaturo accademico sciolto in Fermo 1654
- Poesie diverse in morte di Vincenzo Eliseo 1590
- Alcuni sonetti che trovasi nella prima parte delle Rime in lode a Sisto V ed alla statua innalzata a Fermo al medesimo Papa
Era altresi un erudito viaggiatore al quale furono dedicate diverse opere sia da Giovanni Branca, Architetto della S.Casa di Loreto (1629) ecc.
Sposo’ la marchesa Lodovica Matteucci una delle piu’ nobili e doviziose famiglie del patriziato fermano estinta nei De Nobili della Palma di Moiano e poi nei Brancadoro.
Nella chiesa della Madonna del Carmine di Fermo, nella tomba di famiglia, una epigrafe lo ricorda con grande deferenza.
Francesco Rosati di Monteprandone - Agenzia Stampa Italia