(ASI) Certamente le curiosità storico artistiche non finiscono di stupirci. Nei miei raid teramani vuoi per svago che per lavoro presso parenti ed amici vengo a scoprire dai miei cugini episodi e note storiche che sui libri di testo naturalmente non possono essere riportati.
Girovagando con mio padre, grande cultore di storia locale teramana, che mi ha instillato l’amore per la storia locale, mi sono imbattuto su innumerevoli personaggi per lo piu’ ignoti al grande pubblico ma a livello locale, dei giganti.
Lo stesso dicasi per i borghi, gli antichi borghi del Teramano che custodiscono talvolta delle notizie ed episodi storici che coinvolgono i titani della storia, dell’arte, della cultura.
In una delle frequenti occasioni di svago ho avuto modo di conoscere un paese, a dire il vero, poco noto ma che ha avuto il pregio, la sorte, il destino di avere la figlia e discendenti di un titano dell’arte: Antonio Raffaele Mengs.
Sì, amici di Agenzia Stampa Italia. Antonio Raffael Mengs nato il 12 marzo 1728 dall’incisore e pittore di origine israelita askenazita, Ismael ad Aussig, Boemia.
Il Mengs,accademico di San Luca a Roma, accademico di San Fernando a Madrid,accademico a Venezia,sposò a Roma il 16 agosto 1749 Margherita Guazzi dalla quale nacquero e sopravvissero solamente otto figli.
Anton Raphael Mengs è stato un pittore, storico dell'arte e critico d'arte tedesco, attivo anche a Roma e a Madrid. L'artista fu acclamato da tutta Europa come il maggiore esponente del Neoclassicismo
In questo piccolo borgo, Ancarano, a pochi chilometri da Teramo al confine con la “Marca Sporca” venne a vivere proprio per matrimonio, una delle otto figlie, del famoso “pittore alla Corte di Dresda”, di nome Maria Caterina Geltrude.
Costei il 25 settembre 1778 venne ad Ancarano per sposare il barone Antonio de Angelis, possidente ascolano e da questo matrimonio discesero innumerevoli personaggi illustri nella storia teramana ed ascolana ma nessuno
famoso pittore. O... artista di rilievo!
Queste curiosità, sapute occasionalmente dagli innumerevoli scambi di opinione, di aneddoti familiari con i cugini abruzzesi, hanno fatto riscoprire in me la voglia, il desiderio di conoscere chi siamo, da dove veniamo.
La storia familiare non deve essere un vanaglorioso vanto, ma strumento di arricchimento spirituale, modello di vita e giusta capacità di relazionarci con il prossimo, tenendo sempre presente i famosi versi di Dante (Convivio Tratt.IV pag.1)
“e dirò del valore per lo quale veramente omo è gentile
con rim’aspra e sottile
riprova do ‘l giudicio falso e vile
di quei che voglion che di gentilezza
sia principio ricchezza” .
Francesco Rosati - Agenzia Stampa Italia