Sotto la direzione di Antonio Godoli (architetto degli Uffizi) e Francesca de Luca (responsabile del dipartimento pittura del secondo Rinascimento, del Manierismo, del Seicento degli Uffizi), l’intervento manutentivo realizzato dai tecnici della ditta Morigi di Bologna, ha previsto la sostituzione di tutti i protettivi applicati al bronzo.
“La scelta di lasciare al suo posto la statua bronzea del Cellini – ha detto il Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini - si sta rivelando sostenibile, ma l’impegno di monitorarla regolarmente e attuare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria rimane costante”.
“Credo si possa dire che gl’interventi di manutenzione sul Perseo, effettuati con cadenza regolare negli anni che hanno seguito il restauro del bronzo - ha aggiunto il Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali -, siano l’attestato incontrovertibile dell’importanza d’una costante azione manutentiva. Lo dimostrano gli esiti di quest’ultime operazioni; da cui si desume che la manutenzione assidua ha allontanato nel tempo un eventuale nuovo restauro”.
“L’intervento di oggi – ricorda Antonio Godoli, Direttore del Dipartimento di Architettura degli Uffizi - segue la filosofia della manutenzione conservativa, e si inquadra in un’attività di salvaguardia e restauro della Loggia, intesa in modo globale per le sue strutture, per l’architettura, e per le statue, secondo un preciso programma temporale”.
Note tecniche
Era noto che i protettivi impiegati durante l’intervento di un decennio fa, composti da una vernice acrilica e da una cera microciristallina polietilenica, sarebbero stati efficienti per un periodo da tre a cinque anni, prima che il degrado dovuto all’irraggiamento ultravioletto e agli agenti atmosferici ne compromettesse l’efficacia.
Grazie anche alle regolari manutenzioni cui il Perseo è stato sottoposto, è stato possibile prolungare la vita del sistema protettivo per più di dieci anni rinnovando lo strato acrilico nei punti di maggior degrado e applicando ogni volta un nuovo strato di cere microcristalline su tutta la superficie.
Durante questi interventi è stata costantemente verificata l’efficacia del sistema protettivo mediante misurazione della velocità teorica di corrosione e delle variazioni cromatiche della superficie in aree selezionate. Dai dati così ottenuti è risultato che la manutenzione regolare del protettivo ne ha migliorato l’efficacia.
Dopo oltre dieci anni, è stato deciso di rimuovere sia il protettivo ceroso, sia quello acrilico, ripristinandoli nello spessore stabilito in fase di restauro. Oltre a questo trattamento i tecnici sono intervenuti su alcuni punti, molto localizzati, in cui erano presenti fenomeni corrosivi attivi dovuti alla presenza di cloruri, inibendo il fenomeno con nitrato di argento.
Secondo i tecnici, la metodica manutentiva adottata e la regolarità dei controlli, garantiscono il mantenimento della splendida patina e la conservazione del Perseo per molto tempoASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione