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Il bronzo insanguinato: un giallo affresco di Perugia.
(ASI) Un omicidio all’università di Perugia. Non stiamo parlando del processo Meredith, ma del giallo “Il bronzo insanguinato” di Santi Parlagreco. L’autore ingegnere capo all’università per una vita, dopo essere andato in pensione ha deciso di inseguire il suo sogno di diventare prima scrittore e poi editore. Estremo malessere, Omicidio al frontone, Magia e orrore al tempio, Sipario Rosso, L’angelo nero, Naufragio al lago sono i gialli della collana Perugia mistery della Sarapar editore e tutti ad eccezione dell’ultimo hanno come protagonista il commissario Serafino. A questi si aggiunge naturalmente Il bronzo insanguinato, (ripubblicato dalla Sarapar arricchito e ampliato a distanza di sette anni), che vede il commissario Serafino impegnato in un caso di omicidio di un brillante studente di archeologia assassinato nel collegio universitario di Perugia.

Tutti i libri sono passati per Umbrialibri, ma questa volta Parlagreco ha scelto una linea verde di relatori Giacomo Leonelli, Presidente del Consiglio provinciale di Perugia, Andrea Romizi, vicepresidente del Consiglio comunale di Perugia, entrambi poco più che trentenni, la dottoressa Michela Morelli non ancora trentenne e a coordinare il docente Luiss/giornalista Daniele Corvi, che tra l’altro in quest’anno ha pubblicato due libri con la Sarapar (L’anima della dea del sesso e Prestazione sportiva e accordo collettivo: il nuovo contratto dei calciatori).

Leonelli ha colto che la descrizione di Perugia del romanzo si riferisce a 7 anni fa, in quanto ha ritrovato un centro più vivo rispetto a quello di oggi, con il Morlacchi, fortemente limitato dall’ordinanza che lo fa chiudere alle 23, centro nevralgico della vicenda. Leonelli ha dato atto che l’opera di Parlagreco è un giusto tributo a Perugia per la sua accurata descrizione dei particolari.

Romizi si è allineato al discorso di Leonelli, partendo dal passo relativo al suo locale “L’usignolo”, che Parlagreco ha descritto accuratamente in tutta la sua bellezza e menzionando pure un personaggio con il nome di Andrea, che si riferisce allo stesso politico. Romizi lamenta che spesso Perugia viene dimenticata e auspica che nel bene e nel male una città con questa storia e questa bellezza  non venga più dimenticata.

L’intervento della dottoressa Morelli, che come ha definito Corvi “una piccola criminologa in erba” è stato sicuramente quello accattivante, perché partendo dal giallo ha fatto dei collegamenti con dei casi di omicidio realmente accaduti. Ricorda molto un caso di un omicidio avvenuto al collegio universitario di Urbino e richiama anche oltre che il delitto Meredith (non a caso il primo editore dell’opera volle spostare la pubblicazione dalla fine del 2007 alla metà del 2008 perché c’erano dei forti collegamenti), il delitto di Novi Ligure e Garlasco. Sollecitato da Corvi è intervenuto in breve battuta anche una delle firme più autorevoli del Corriere dell’Umbria Elio Clero Bertoldi, che ha ricordato il caso dell’omicidio del DAMS.

Corvi a conclusione ha voluto elogiare lo stile del giallo di Parlagreco, che s’incentra molto nell’indagine con i suoi interrogatori efficaci, volto a ricostruire la personalità della vittima, che è il fulcro della narrazione a dispetto dell’assassino che è più lasciato in ombra. Il docente ha voluto poi ricordare la serietà di Parlagreco, che come editore si dimostra sempre disponibile a leggere un’opera e quando lo appassiona anche a pubblicarla a dispetto della crisi, che tende a togliere questa possibilità a tanti giovani.

Costanza Mancinelli - Agenzia Stampa Italia

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