Uno spettacolo rivelazione che nel 2012 ha ottenuto ben tre Premi UBU, nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica a Lucia Calamaro, miglior attrice a Daria Deflorian e miglior attrice non protagonista a Federica Santoro, due delle protagoniste insieme a Daniela Piperno.
In scena un mondo fatto di elucubrazioni e quotidiano: una famiglia che ha l’abitudine di scandagliare il reale mentre mangia, chiacchiera, si veste.
Una casalinghitudine filosofica che sbatte contro la propria comicità grazie a una lingua molto teatrale e avvolgente.
Il sottotitolo Ritratto di un interno sta a indicare la casa, dove vivono una madre e una figlia, dove arrivano altri personaggi della costellazione familiare, dove interviene programmaticamente la figura di una psicanalista, dove gli elettrodomestici sono simili a ingombranti, monumentali divinità. Ma quell’interno è ancora di più un universo interiore umano cosi rovistato, malmesso e storto che riesce di nuovo a essere solo grazie alla ri-invenzione di un suo racconto.
“Di fronte al tempo, alle crisi alle mutazioni esistenziali – così scrive Lucia Calamaro nelle sue note di regia - magari sotto pressione, impotente, spesso isolato comunque inadeguato al rapporto ma lo stesso presente. Decisamente depresso e si vede, uno fa fatica pero vive, trova strategie, si inventa. Si tratta di reagire. O al meglio: adattarsi. Come si sta di fronte alle cose, quando peggio del rapporto con Uno, cʼe solo il rapporto con gli Altri? Lo sappiamo? Lo possiamo sapere? Esiste un IO generico guida?
Non so. Non mi pare. Da qui non mi azzardo alla teoria. Passiamo allora allo studio di un caso. Daria non esce più. Da qui, dalla tana, constata che lei di umano ne conosce veramente solo uno, convivono nello stesso corpo, e a volte si distrae anche da lui. Se lo perde, non lo capisce.
Questa relazione fluttuante e disattenta spesso fa si che si ritrovi a non essere contemporanea neanche di se stessa. Un convivente, anche lui suo malgrado familiarizzato con lʼumano di Daria, visto che ne dipende affettivamente, la richiama a lei e al tempo: la Figlia. E lei che mantiene il mondo. Lei, Federica, e il suo Atlante domestico.
Tanto che a volte uno si chiede chi ha messo al mondo chi, in questa faccenda. Nella casa in cui si muove con sua figlia, temporaneamente rinchiuse in cerca di un senso ritrovato, appaiono figure della soglia, abitanti del dentro‐fuori, che irrompono e agiscono. Figure queste, tutte animate dalla stessa volontà: tirarla fuori. Si avvicendano su scena strappandole alla loro intimità duettistica lʼanalista, sua madre, la cameriera, suo marito. Gente che sta più fuori che dentro, ma a volte anche troppo dentro o troppo fuori. Insomma, ma che ne sanno loro della fatica necessaria a snodare gli intrecci traumatici nascosti nelle geometrie del profondo?”
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 19. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.
E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it. e presso il Piccadilly Box Office di Collestrada.
La prevendita dei biglietti viene effettuata anche, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13, presso l’Agenzia n°2 dell’Unicredit, in Via Mario Angeloni 80 e dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13,30 e dalle 17 alle 20, il sabato dalle 17 alle 20, al botteghino del teatro Morlacchi.