E’ uscito per Eclettica Edizioni, “Le voci del silenzio – Storie di italiani detenuti all’estero”, un libro-denuncia, scritto da Fabio Polese e Federico Cenci che si avvale della prefazione di Roberta Bruzzone, Psicologa Forense e Criminologa.
Quest’opera di sensibilizzazione non passa attraverso la cronaca fredda e distaccata dei fatti, bensì da una raccolta di interviste realizzate con i familiari, con gli amici dei detenuti e con i protagonisti stessi, per consegnare al lettore il messaggio degli attori di queste tristi storie.
Nel libro vengono raccontate le storie di Carlo Parlanti, Enrico Forti, Derek Rocco Barnabei, Mariano Pasqualin, Fernando Nardini, Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni.
Sei su tremila è una percentuale minuscola, ma proprio per questo indicativa di un sottobosco che, maturando all’ombra del palcoscenico mediatico, è foriero di ingiustizie e sofferenze colpevolmente dimenticate.
Il lavoro di Fabio Polese e Federico Cenci non ha la presunzione di fungere da giudice e dichiarare l’innocenza a spada tratta degli italiani detenuti all’estero, ma semplicemente vuole dar voce a chi non ce l’ha. Un atto doveroso nei confronti di chi, privato di tutte quelle garanzie giuridiche che sono alla base del diritto penale, è rinchiuso in pochi metri quadri di cemento armato in qualche angolo del mondo.
A concludere il lavoro, c’è l’intervista a Katia Anedda, presidente della Onlus “Prigionieri del silenzio”, che si occupa della tutela dei prigionieri italiani detenuti all’estero, e a Giovanni Falcone, padre di un ragazzo arrestato in India, che oggi si occupa di storie simili a quella accaduta a suo figlio, grazie alla gestione di uno spazio internet.
Gli autori auspicano, il prima possibile, oltre che una sicura giustizia, una maggiore propensione – da parte del mondo politico, dei media di massa e, conseguentemente, dell’opinione pubblica – alla tutela degli italiani.
Redazione Agenzia Stampa Italia