(ASI) Dopo il divertente “Tutto colpa di Freud” e “Sei mai stata sulla luna?”, il regista Paolo Genovese torna con un’ottima commedia italiana acclamata da pubblico e critica e vincitrice del David di Donatello come miglior film italiano dell’anno. Cosa succederebbe se, durante una cena tra amici tutti i segreti più nascosti venissero a galla?
Cosa accadrebbe se tutti i telefonini venissero posti al centro della tavola e ad ogni messaggio o chiamata si rispondesse di fronte a tutti? Questa l’idea centrale da cui parte questa pellicola ironica ma che porta ad una lunga riflessione su noi stessi e sulle persone che ci circondano, nonché sulla necessità di ognuno di coltivare quache piccolo segreto per non scadere nella routine.“Perfetti Sconosciuti” nasce dalla celebre frase di Gabriel Garcia Marquez: “Ognuno di noi ha una vita pubblica, una privata e una segreta” ed è stato successivamente creato grazie all’ottima sceneggiatura scritta dal regista insieme a Filippo Bologna, Paolo Costella, Paola Mammini e Rolando Ravello.Rocco (Marco Giallini) ed Eva (Kasia Smutniak) organizzano una cena a casa loro ed invitano alcuni amici; Eva non è più sicura dei sentimenti che nutre nei confronti del marito ed ha un rapporto conflittuale con la figlia adolescente. Alla cena partecipano i due novelli sposi Cosimo (Edoardo Leo) e Bianca (Alba Rohrwacher), Carlotta (Anna Foglietta) e Lele (Valerio Mastrandrea), sposati da tempo ma in una fase di stallo e Peppe (Giuseppe Battiston), insegnante di educazione fisica che invece di presentare la sua nuova ragazza agli amici, come precedentemente annunciato, si presenta da solo. Tutto il film si sviluppa in un unico luogo, la casa di Rocco ed Eva, ed in un arco temporale circosritto ovvero la cena, ma questo non influisce minimamente sullo sviluppo del film, che anzi, presenta un ritmo scorrevole e mai noioso. Al contrario, man mano che ci si addentra nei segreti di ogni singolo personaggio, il grado di coinvolgimento dello spettatore aumenta gradualmente. E ci viene quasi il desiderio di spegnere il proprio smartphone, già quell’oggetto a noi tanto prezioso che nascondiamo sempre con gelosia, quasi timorosi che chi ci sta accanto ci chiede di mostrarne i contenuti. E quando Eva propone il pericoloso gioco di rendere chiamate e sms pubblici per una sera, quella che all’inizio sembrava un’atmosfera idilliaca e rilassante, si trasforma nello scenario di un gioco al massacro in cui nulla è come sembra e quelle certezze radicate su mariti, mogli e amici svaniscono nel nulla. Tutte le dinamiche vanno ad incastrarsi alla perfezione portando ad un finale alla “sliding-doors” a sorpresa e cinico, atto a mostrare la doppiezza di tutti i personaggi. “Perfetti sconosciuti” è una storia sull’amicizia, sull’amore, sull’omosessualità ed i pregiudizi che ancora la fanno da padrona; non è un film di critica contro la tecnologia bensì una richiesta di maggiore attenzione nell’uso responsabile del telefonino, perché ridurlo a tomba dei nostri segreti più profondi ci rende estremamente deboli e vulnerabili.. Un plauso lo merita la prestazione di tutto il cast, dal cinico Mastrandrea al pragmatico Giallini, passanando per l'ingenua Rorwacher e l'immaturo Leo, nonché un Battiston perfettamente centrato nel ruolo dell'omosessuale restio a rivelarsi agli amici.
Alessandro Antoniacci -Agenzia Stampa Italia