Il leader del partito ecologista prosegue rivolgendo uno sferzante interrogativo al presidente del Consiglio: "Al presidente Monti chiediamo: quante vite vale una tonnellata di acciaio? Gradiremmo che il governo rispondesse a questa semplice domanda''.
Intanto a Taranto cresce e si mobilita il partito di coloro i quali (tra cui anche molti operai dell'Ilva) appoggiano la decisione del Gip di chiudere le fabbriche inquinanti. Cataldo Ranieri, operaio dell'Ilva 42enne, è il leader carismatico di questo movimento, che lunedì ha portato in piazza circa 1.000 persone per parlare dell'Ilva e dei tumori provocati tra i tarantini dai suoi scarichi. Ranieri afferma che i politici "hanno tradito i tarantini perchè non sono mai intervenuti per fermare l'Ilva che avvelena Taranto", e manda a dire ai suoi colleghi "che non si può barattare un posto di lavoro con la salute dei nostri figli". "Mentre fino a qualche mese fa - ha proseguito Ranieri - si invitava la magistratura a fare il proprio dovere sull'inquinamento provocato dall'Ilva, ora ci sono attacchi anche politici a un giudice che ha fatto solo il suo dovere".
Infine anche Ranieri muove accuse nei confronti del governo, che ha deciso di inviare a Taranto il 17 agosto prossimo tre ministri. "Vengono - dice Ranieri, a cui fanno eco gli esponenti di altri comitati - per tutelare gli interessi dell'Ilva: noi, tre ministri, li avremmo voluti qui a Taranto per i bambini del rione Tamburi intubati in ospedale perchè ammalati di tumore".