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I Borghi piu’ belli d’Italia: intervista al presidente Fiorello Primi

(ASI) L’associazione “I Borghi più belli d’Italia” è nata nel 2002 su impulso della consulta del turismo dell’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

Adesso conta oltre duecento Comuni associati, sparsi in tutta la penisola. La sua “missione” è quella di far conoscere e valorizzare l’immenso patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e la qualità della vita dei piccoli centri italiani, estranei ai grandi circuiti turistici, nonostante le loro ricchezze. Far conoscere i piccoli paesi della provincia italiana significa anche, negli intenti dell’Associazione, la possibilità di farli uscire dallo spopolamento, cui spesso si accompagna il degrado strutturale e la marginalità economica e sociale. Presidente dell’associazione è Fiorello Primi, 62 anni,  umbro di Castiglione del Lago, uno dei Comuni fondatori, di cui è stato sindaco dal 1994 al 2004.

 

Primi, dopo dieci anni da Presidente, quali risultati ed evoluzioni ha potuto osservare circa gli obiettivi di promozione e valorizzazione turistica dei piccoli centri che si è data l’associazione?

Sicuramente, risultati al di sopra di ogni aspettativa iniziale. Le posso citare i dati delle rilevazioni che ogni anno fanno per noi ISTAT e Università de L’Aquila. Nel triennio 2008-2010, nei centri associati si è registrato un aumento medio dei pernottamenti del 10%, che è il quintuplo di quello medio rilevato a livello nazionale. E di questo aumento, un 37% è internazionalizzato, cioè riferito a turisti stranieri. La popolazione complessiva dei 211 comuni associati è di circa 700.000 abitanti ed in questi comuni si registra ogni anno un movimento turistico con circa 10 milioni di pernottamenti, e una ricaduta economica stimata in circa 750/800 milioni di euro.

 

Perché il vostro “prodotto” tira così tanto?

Direi per due motivi principali. Primo, perché a fronte di offerte turistiche sempre e solo regionali, il nostro è il primo e unico prodotto veramente nazionale, in quanto noi proponiamo l’Italia intera, quella dei piccoli centri con le loro emergenze storiche, culturali, ambientali, con i loro prodotti tipici ed il loro stile di vita. Poi, perché il nostro è un prodotto nuovo rispetto all’offerta tradizionale italiana incentrata su offerte tradizionali e note. Proprio per questi elementi, il turismo dei piccoli borghi è una carta vincente, sia verso i  turisti stranieri e quelli italiani, tutti  attratti dalla novità delle cose da vedere e da conoscere e, direi, in particolare, dal modo di vivere e di organizzare le relazioni sociali tipico dei piccoli centri, dove la conoscenza delle persone è diretta ed i rapporti umani immediati.

 

All’osservatore poco attento, l’associazione di cui lei è presidente potrebbe apparire una tra le tante alle quali si è ammessi pagando una quota, senza dover soddisfare chissà quali requisiti. Funziona così o, invece, per essere uno dei borghi più belli c’è un percorso non semplice da compiere?

Guardi, la nostra associazione fa della bellezza, non solo estetica, ma a 360 gradi, il modello ed il traino dello sviluppo. Solo i Comuni che hanno, mantengono e sviluppano certe caratteristiche, possono entrare o restare nell’associazione. C’è un procedimento di certificazione molto rigoroso, che inizia dalla richiesta del Consiglio comunale, proprio per significare la scelta e l’impegno pubblico della massima istituzione cittadina verso un certo tipo di sviluppo. A questo punto, l’associazione fa un’indagine preliminare e decide se il borgo ha le caratteristiche per essere preso in considerazione e visitato dai certificatori, che sono solo due, per garantire l’uniformità di valutazione  per tutte le richieste. I certificatori verificano 75 parametri diversi e ammettono il borgo solo se le votazioni ricevute raggiungono almeno al media di sette decimi. Inoltre, i borghi che vengono ammessi con la media minima richiesta, vengono rivisitati entro 18 mesi e, se non confermano i parametri giusti, vengono esclusi. E anche i borghi che fanno parte dell’associazione non possono cullarsi sugli allori perché ogni anno  cinque di loro, a sorteggio, vengono sottoposti a visite di verifica della sussistenza dei requisiti.

 

Quali sono i parametri più significativi che vengono valutati?

Per esempio, la bellezza estetica, il costruito, la quantità del costruito originale dal punto di vista storico, il suo inserimento armonico nel contesto ambientale. Ma anche l’accessibilità al borgo ed i servizi presenti per i residenti e, quindi, per i turisti, perché la qualità della vita di chi abita nei centri è considerato un fattore di promozione turistica tra i più importanti.

 

Rispetto all’obiettivo dichiarato dall’associazione di contribuire alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico ed ambientale dei piccoli centri, quale contributo ritiene che abbiate dato in questi dieci anni di attività?

Guardi, le posso dire che la voce si è sparsa, si sa che la nostra associazione lavora con serietà e rigore, così molti Comuni ci chiedono, prima di fare la domanda di iscrizione, un parere informale circa le loro possibilità di essere ammessi e capita che, contestualmente, facciano investimenti e scelte amministrative che li possano accreditare. E’ come se si fosse aperta una specie di competizione a fare meglio per essere accolti tra i borghi più belli, e questo impulso viene agli amministratori locali dagli stessi abitanti dei borghi, che comprendono l’importanza della cosa. Inoltre, diverse regioni (tra cui Abruzzo, Piemonte, Liguria e Calabria) hanno approvato leggi con cui stanziano finanziamenti speciali per progetti di miglioramento e per attività di promozione turistica, riservati ai centri che fanno parte dell’associazione.

 

Insomma, con la vostra attività avete contribuito alla diffusione presso istituzioni e cittadini,  della sensibilità e della cultura della salvaguardia del nostro patrimonio. Ma secondo lei, quanta consapevolezza c’è nella nostra classe dirigente che le nostre risorse, così diffuse nella piccola provincia italiana, siano delle formidabili carte da giocare per uno sviluppo equilibrato e compatibile e possano essere una risposta importante anche all’attuale fase di crisi economica e occupazionale?

Una consapevolezza certamente crescente, a tutti i livelli di governo, da quello centrale a quelli locali. Lo attestano le innumerevoli richieste di collaborazione che riceviamo dal Ministero del turismo, dall’Ente Nazionale Turismo (ENIT) dalle regioni, dalle associazioni di categoria degli operatori turistici. Segno che la carta della promozione della  “piccola Italia” è riconosciuta vincente ormai da molti. E vorrei segnalare che a credere nella bellezza e nella qualità come elementi di sviluppo, sono molti amministratori del sud Italia, dove è più difficile, per evidenti condizionamenti sociali, prendere le distanze da modelli di sviluppo incentrati sul consumo indiscriminato del territorio e delle sue risorse. Sempre più centri del sud fanno la scelta inversa e questo è un elemento culturale di grossa importanza, anche in funzione dell’emancipazione della parte d’Italia che ha risorse importantissime, ma che finora le ha valorizzate molto meno del centro-nord.  Questa è la vera risposta alla crisi che l’Italia può mettere in campo. Il nostro petrolio sono le nostre ricchezze presenti in modo copioso anche nei piccoli centri, il nostro modo di vivere, di stare insieme, di mangiare e di socializzare. O, anche, di organizzare i servizi a misura d’uomo, per esempio quelli commerciali, con le piccole botteghe in cui si preserva il contatto umano, anziché i centri commerciali o gli outlet spersonalizzati e che fingono di riprodurre fin nella loro struttura edilizia modelli che nulla hanno a che vedere con la nostra tradizione e cultura.

 

Quanti sono i Comuni associati e come mai la loro distribuzione sul territorio nazionale è diseguale, con una particolare concentrazione in alcune aree (centro) e regioni (Umbria, Toscana, Abruzzo)?

Attualmente sono iscritti 211 Comuni, ma nel corso degli anni hanno fatto richiesta in oltre 500. Per motivi organizzativi, l’associazione si è orientata ad arrivare a non più di 220 centri, dando priorità, per i prossimi ingressi, alle aree del Paese ancora poco coperte. Mi riferisco alla Sardegna, alla Sicilia occidentale e, in particolare,  a Veneto e Friuli, dove ci sono pochi soci perché gli amministratori pubblici di quella parte d’Italia sono evidentemente ancora troppo legati al modello di sviluppo industriale intensivo del nordest.

 

Primi, sappiamo che la vostra è un’Associazione ricca di iniziative. Ce ne dica qualcuna delle più significative, recenti o prossime, che caratterizzano la vostra attività.

Prossimamente, a Sabbioneta, splendido centro del mantovano dichiarato patrimonio dell’Unesco e da poco entrato nella nostra associazione, terremo il Forum mondiale della Bellezza: un’iniziativa unica nel suo genere, che vuol esaltare lo spirito e le finalità concrete della nostra attività e dedicare una riflessione alla bellezza come fattore di elevazione e sviluppo per il nostro Paese, per tutto quanto ho detto finora. Continueremo poi la nostra intensa attività di promozione internazionale: prossimamente sono previsti incontri ai Consolati italiani di Zurigo e San Pietroburgo e alla Borsa internazionale del turismo di Tokio. Il nostro tour operator, “Borghi Travel”, incontrerà i tour operator di quei Paesi per illustrare pacchetti e iniziative promozionali. Il 7 di luglio in Provenza firmeremo l’Atto costitutivo e lo Statuto dell’associazione “Les plus beaux Villages de la Terre”che ci unirà in una rete internazionale con le associazioni nostre consorelle di Francia, Belgio, Romania, Germania, Canada, Giappone, Corea del Sud, Spagna, tanto per citare solo alcuni Paesi.  A settembre, poi, in provincia di Foggia si svolgerà il nostro festival nazionale, che è la vetrina in cui presentiamo programmi e attività. Altre iniziative sono allo studio nell’ambito della promozione dei prodotti tipici, dei premi giornalistici e anche una partnership per uno studio promosso da un programma Erasmus sui centri della regione Campania.

Un’ultima domanda: a tutta questa attività, in quanti lavorate?

Come struttura siamo molto snelli. Oltre a me, ci sono tre Vicepresidenti, per il Nord, per il Centro e per il Sud Italia. Un Direttore e una struttura amministrativa ridotta al minimo. Questo vuol dire che abbiamo molto da fare, infatti io non sono quasi mai a casa…e dire che abito in uno dei 211 borghi più belli d’Italia!

 

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

 
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