(ASI) E’ partita ufficialmente il 3 maggio 2012 la seconda edizione del Master Universitario di II livello “Dairy production medicine” istituito nella Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università degli Studi di Perugia; sarà frequentato da dieci veterinari e che avrà la durata di due anni.
La giornata inaugurale, nell’Aula Magna di Veterinaria, è stata caratterizzata dal Workshop “I rischi da sostanze chimiche nel triangolo animale-uomo-ambiente” che ha evidenziato le relazioni esistenti tra la presenza di sostanze chimiche inquinanti ambientali ed i rischi per la salute degli uomini e degli animali.
“Animali + Esseri umani = Una sola salute”, lo slogan scelto per l’iniziativa, sta a significare come mondo animale e umano siano uniti dall’ambiente di vita che hanno in comune, che genera un triangolo equilatero che li correla strettamente fra loro.
“Le sostanze chimiche presenti nell’ambiente, in conseguenza all'inquinamento di origine sia naturale sia antropico – spiega il professor Maurizio Monaci - possono infatti accumularsi nei tessuti degli animali, rendendosi in ultima analisi responsabili di alcune patologie ma anche di un calo delle produzioni, con ovvie ripercussioni economiche a danno dell’allevatore. Da ciò consegue, tra l’altro, la necessità di adeguati controlli insieme ad un attento rispetto della normativa vigente da parte dei veterinari e degli organi preposti al fine di tutelare la salute pubblica, rispondendo inoltre alla richiesta dei consumatori di alimenti salubri e controllati”.
Nella giornata di studio sono state fornite informazioni circa i rischi derivanti dalla diffusione nell’ambiente di sostanze chimiche potenzialmente tossiche e dal loro possibile ingresso nella catena alimentare degli animali in allevamento.
Dopo gli indirizzi di saluto di Franco Moriconi, preside della Facoltà di Medicina Veterinaria, di Sandro Bianchini, presidente ordine dei Medici veterinari di Perugia e di Danilo Serva, presidente ordine dei Medici veterinari di Terni, a completare la presenza di tutti gli attori della filiera coinvolta nella gestione del “triangolo” animale-uomo-ambiente c’è stato l’intervento di Stefano Pignani, direttore dell’Associazione regionale allevatori dell’Umbria, che ha tra l’altro ribadito la disponibilità alla collaborazione della parte allevatoriale con il mondo della veterinaria e con gli organi di vigilanza sanitaria.
Il Workshop, presentato dal professor Monaci del Comitato scientifico organizzatore, ha visto susseguirsi le relazioni di Giorgia della Rocca, docente della Facoltà di Medicina Veterinaria (“Gli interferenti endocrini: meccanismi di tossicità ed effetti sugli animali in produzione” e “L'impatto ambientale derivante dall’impiego del farmaco veterinario negli animali da reddito: destino dei farmaci loro effetti biologici”), Giancarlo Marchetti
Marchetti, direttore tecnico Agenzia regionale per la protezione ambientale dell’Umbria (“Dati Arpa sulla presenza di contaminanti ambientali in Italia, con particolare riferimento all’Umbria”) e del capitano Giuseppe Schienalunga, comandante Noe dell'arma dei Carabinieri di Perugia (“Il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri per la vigilanza, la prevenzione e la repressione delle violazioni compiute in materia ambientale”).
La seconda parte del Workshop, sul tema “Dagli animali all’uomo, e poi di nuovo all’ambiente”, moderata da Gabriele Fruganti, docente della Facoltà di Medicina Veterinaria, è stata aperta dalla relazione di Alberto Mantovani, rappresentante dell’Istituto superiore di sanità e vice-chair Efsa Feedap Panel (“Gli interferenti endocrini dall'alimentazione animale agli alimenti per l'uomo: analisi del rischio”) e conclusa da Alessandra Di Salvo, ricercatrice della Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia (“Il problema dei residui dei farmaci usati in allevamento”).
Relazioni di alto livello scientifico e professionale, che hanno suscitato un approfondito dibattito tra i numerosi studenti, ricercatori, veterinari, professionisti ed allevatori presenti in sala. Importante, è stato sottolineato, il positivo, aperto e costruttivo confronto con gli attori della filiera, quella zootecnica, il cui interesse oltre a quello di essere costantemente aggiornato sull’evoluzione scientifica che ruota attorno alla gestione degli animali in allevamento, ed alla tutela del proprio reddito aziendale fonte anche della loro stessa sopravvivenza, non perde di vista il ruolo importante di presidio delle territorio e di produzione di alimenti sicuri, salubri, prodotti eticamente nel rispetto del benessere animale e della sostenibilità ambientale.
Un impegno anche a favore dei consumatori, cui Aia-Italialleva ha voluto dare una testimonianza tangibile offrendo durante la pausa dei lavori una degustazione di prodotti di origine zootecnica, lattiero-caseari e carne, provenienti da aziende del circuito tutelato aderenti alla piattaforma posta in essere dall’organizzazione degli allevatori italiani: in quest’occasione, hanno conferito il prodotto il C c.b.i. (Consorzio produttori carne bovina pregiata delle razze italiane) di Perugia (hamburger e roast-beef) e “Terramia Srl”, caseificio con punto vendita diretta a Roma (mozzarelle di latte di bufala provenienti da allevamenti romani e viterbesi, provole, scamorze e caciocavalli).