(ASI) Soltanto negli ultimi tre mesi, sono ben 95, tra medici e infermieri, i professionisti della sanità che si sono mostrati pronti a scappare dalla Sardegna in cerca del lavoro dei loro sogni, lontani dal caos del nostro sistema sanitario pubblico. Sono questi i dati raccolti dall’associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi).
«La stragrande maggioranza sono medici, che nel 92% dei casi lavorano nel settore pubblico. Sono stanchi dei turni, dei salari, della mancanza di valorizzazione della loro carriera e non vengono coinvolti nelle decisioni. Inoltre, si sentono spaventati dalla mancanza di professionisti della sanità in Sardegna, che è un problema enorme».
Oltre a tentare di arginare questa emorragia verso l’estero – molti medici guardano ai paesi arabi, dove la professionalità viene strapagata – l’Amsi lavora anche per portare i medici stranieri in Italia: oro colato per le regioni, come l’isola, in perenne carenza di organici.
Proprio su quest’ultimo aspetto, l’associazione aveva intavolato un discorso con la Regione che però non si è mai concretizzato. «Avevamo raggiunto un contatto alla vecchia Giunta – riprende il professore Aodi –. Ci siamo resi disponibili per coinvolgere circa 150 medici giordani e di altri Paesi che avrebbero piacere di lavorare in Sardegna. Il problema è che la Regione non ci ha mai dato risposta. Abbiamo sollecitato parecchie volte, ma non è servito a nulla. Siamo rimasti veramente molto delusi, perché eravamo riusciti a coinvolgere parecchi medici del tutto disponibili a trasferirsi nella vostra isola».
Ora in Regione sta per cominciare una nuova legislatura e, come ha annunciato la stessa governatrice Alessandra Todde, i problemi della Sanità saranno una priorità. «Ora vedremo cosa vorrà fare la nuova giunta, fanno sapere da Amsi. Noi siamo sempre qui, disponibili a instaurare collaborazioni come stiamo facendo in altre regioni d’Italia, da ultimo con la Sicilia. Facciamo questo in modo del tutto gratuito. Ci teniamo a dare una mano alla Sardegna ma l’amministrazione deve dimostrare un minimo di disponibilità e comprendere le richieste di questi professionisti. Una tra tutte: servono contratti a tempo indeterminato perché nessuno ha intenzione di trasferirsi qui per un anno e basta. Noi abbiamo trovato medici che intendono lasciare il settore privato e andare a lavorare e vivere definitivamente in Sardegna».
Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia