(ASI) Invitato a illustrare il modo con cui Papa Francesco lavora oggi per la promozione della fratellanza, Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, si è soffermato sugli sforzi del Pontefice nel far riscoprire il concetto di alterità, il no alla violenza, al fanatismo, alla discriminazione.
È il Papa che fa del dialogo un metodo, "con la pazienza spesso sofferta del seminatore". Diverse le citazioni dell'enciclica Fratelli tutti, soprattutto laddove il nutrimento vicendevole tra Oriente e Occidente sono incoraggiati perché fecondi. "Per Francesco il dialogo sempre è possibile anche nel mezzo del disastro della guerra - insiste Ruffini - considerando il dialogo non come semplice scambio di monologhi che procedono paralleli". Il prefetto ha ricordato le "pagine bellissime" dedicate dal Papa al ruolo dei media per creare una cultura di pace. Pagine necessarie a fronte del rischio, diffuso nella comunicazione, di effetti divisivi a causa di un linguaggio che crea il nemico, l’ostilità, le fratture. Che i media siano mezzo per costruire e non per distruggere, per capirsi e non per fraintendersi. "Il primo mattone per fare questo è ricordarsi di 'fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te; non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te'. Occorre perseveranza in un dialogo che nasce dal fare le cose insieme, le piccole cose del quotidiano.
Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia