(ASI) Il 40% delle circoncisioni che si fanno in Italia sono fai da te e clandestine e causano l'aumento delle complicanze sui bambini del 15%. Queste pratiche, se non svolte in cliniche o con dottori autorizzati, possano anche portare a delle vere e proprie tragedie, come accaduto nel 2018 a Monterotondo quando un bambino perse addirittura la vita.
Per questo, la scelta della Regione Lazio di attivare l'atto della circoncisione rituale nelle strutture sanitarie regionali è particolarmente importante visto che è tesa a salvare delle vite e a tutelare, in particolare, i minori.
Circoncisioni rituali. Il 99% delle famiglie musulmane vuole ricorrere a questa pratica sin dai primi mesi di vita dei bambini. Solo nel nostro paese, più di 15 mila circoncisioni vengono richieste da musulmani e non, di cui 8 mila e 500 vengono eseguite in Italia e 6500 nei paesi di origine. Come detto, quasi la metà delle operazioni effettuate in Italia avvengono in maniera clandestina.
Urge tutelare tutti i bambini in tutte le regioni italiane, per questo sarebbe fondamentale inserire l'atto della circoncisione nel SSN da Nord a Sud.
Circoncisione nel Lazio. Grazie ad una delibera regionale, le circoncisioni si possono effettuare presso i dipartimenti di chirurgia pediatrica del policlinico Umberto I e del san Camillo pagando un semplice ticket. Nel Lazio, quindi, la circoncisione rituale sarà fatta in ospedale, nel rispetto delle culture e delle religioni. La Regione ha infatti aggiornato il Cur (Catalogo unico regionale) con un'apposita determinazione che prevede che la circoncisione sia erogata nell'ambito del servizio sanitario regionale.
Nel Lazio sono state firmate le nuove linee guida che oltre alla circoncisione terapeutica prevedono la possibilità di effettuare la circoncisione rituale in piena sicurezza ed in ambiente ospedaliero. - ha detto l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato - è una decisione importante che va nella direzione di garantire la massima pluralità religiosa. È importante garantire questo intervento in un ambiente protetto e visite ed esami sia pre che post intervento. Difficoltà economiche e non conoscenza possono portare a pratiche illegali che mettono a rischio la salute a volte anche a rischio di vita per infezioni o emorragia".
Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia