(ASI) Asiago (VI) - È morta a fine novembre, appena in tempo per festeggiare il centenario della nascita del defunto marito, anche Anna Maria Rigoni Haus, la moglie di Mario Rigoni Stern.
Aveva novantanove anni. Anche lei portava il cognome Rigoni, molto diffuso nell’altopiano di Asiago, e aveva conosciuto il futuro marito sui banchi di scuola, per poi sposarsi il 22 maggio 1946, al ritorno dello scrittore dai campi di concentramento. Presenza fissa e leale nella vita del celeberrimo scrittore tra i più significativi della nostra letteratura del secolo scorso, con lui condivideva la passione per la montagna e la natura. Anna Maria Rigoni organizzava le sue giornate, fissava appuntamenti, lo consigliava, cucinava le verdure che coltivava nell’orto di casa, anticipando il cosiddetto fenomeno del chilometro zero e i temi ecologisti.
Dopo una corrispondenza epistolare tra i due avvenuta durante la prigionia di Mario, e al suo ritorno, si celebrò il matrimonio, nel maggio 1946, coronato presto dall’arrivo di tre figli: Ignazio, Gianni e Alberico.
Nel 2020, sentita la volontà unanime dei figli, Anna ha preso la decisione di donare l’archivio privato di Mario Rigoni Stern, perfettamente conservato e catalogato, alla città di Asiago. In questo prezioso scrigno, possiamo trovare: documenti e fotografie della famiglia, le lettere del e all’amico e scrittore Primo Levi, la posta militare dal 1939 al 1945, compresa quella dal campo di concentramento a Präblich, le agendine del 1939, 1940, 1942 fitte di appunti e i manoscritti dal 1942 al 1980.
Anna, donna forte e profonda, dopo la morte dello scrittore ha sempre contribuito a tenere viva la memoria del marito, sia all’interno dei premi letterari che curandone l’archivio.
Da tempo non stava bene, ma come già accaduto per il marito, ella aveva espresso la volontà di comunicare la notizia della sua morte solo ad esequie avvenute. Il loro nido d’amore è stata la casa alle pendici del bosco, ammirata da Primo Levi, nella località di Val Giardini, tuttora meta di curiosi ed appassionati dello scrittore asiaghese, costruita da Rigoni Stern con le sue mani, accanto a quella dello sceneggiatore Ermanno Olmi, con quegli elementi più caratteristici descritti nei libri di Mario: l’orto esterno, la legnaia e l’arboreto selvatico. Era quello il luogo di condivisione di tanti anni di amore, la passione per l’ambiente e la letteratura. «Il tepore, mia moglie, i miei libri, i miei quadri, il mio vino, i miei ricordi», quello era il mondo di Mario Rigoni Stern e di Anna. Ed è stata proprio quest’ultima ad insegnare a Mario a cacciare, da appassionata di caccia ed ottima tiratrice, nonché Medaglia d’Oro ai campionati nazionali durante il ventennio fascista. Aveva appreso l’arte della caccia già all’età di 11 anni, con il padre.
E così, ci ha lasciato la “fedele autista”, come scherzosamente Mario Rigoni Stern, chiamava affettuosamente la moglie. Una grande donna, al fianco di uno scrittore straordinario.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia
Fonte foto Giornalealtipiano.it