(ASI) Il Sindaco del Comune di Trebisacce, Avv. Franco Mundo, ha inviato una lettera al Commissario Straordinario e al Direttore del Dipartimento di Salute mentale dell’ASP di Cosenza.
All’interno del missiva, il primo cittadino mette in evidenza un atavico problema del territorio dell’Alto Ionio cosentino, denunciando l’inerzia di chi da tempo doveva agire per porre rimedio ad una situazione grave che crea disagio e numerose problematiche ad un vasto bacino di cittadini.
Nella missiva, che ha per oggetto il potenziamento dei servizi territoriali di salute mentale e l’attivazione urgente dei posti letto della divisione P.O. della struttura di Corigliano, si legge:
“A seguito dei tanti appelli e denunce dei familiari di pazienti che soffrono di disturbi psichici e che purtroppo hanno dovuto seguire i loro cari presso ospedali fuori regione, soprattutto per la mancanza di assistenza continuativa territoriale e, all’occorrenza, ospedaliera, nonché per le gravi conseguenze che scaturiscono dalle patologie psichiatriche, sento la necessità di segnalare alle autorità sanitarie preposte le gravi carenze del sistema, sia di prevenzione territoriale dei CSM, che ospedaliere.
Già in passato ho più volte sollecitato, quale autorità sanitaria, l’adozione di provvedimenti di sostituzione del personale, nonché il potenziamento dei servizi territoriali sanitari di Salute Mentale, senza spoliazione di personale, proprio in virtù della funzione di prevenzione e terapeutica che questi centri svolgono nei comuni, soprattutto in quelli più piccoli e nelle aree interne, in cui spesso alla drammaticità della vicenda familiare si aggiunge l’impossibilità di dare una risposta sanitaria adeguata, sia per la distanza territoriale che per l’assenza di operatori.
Tutto ciò perché da più tempo, presi sia dalla necessità di fronteggiare il COVID- 19, sia per la continua politica diretta a fronteggiare le emergenze ospedaliere, i centri territoriali di Salute Mentale dell’ASP (Distretti Ionio Nord e Sud), sono stati abbandonati o trascurati: nessuna attività di monitoraggio e di programmazione è stata avviata; il personale non viene sostituito e le carenze strutturali e tecnologiche vengono accentuate. Tutto viene lasciato alla passione, al sacrificio e alla sensibilità personale degli operatori rimasti in servizio.
Tra il 2016 e il 2019 sono stati collocati in quiescenza otto medici (di cui sei territoriali) nell’area Ionica, mai sostituiti, più gli infermieri. Nel distretto NORD lo psicologo manca da più anni e non è mai stato nominato, così come gli infermieri.
A nulla sono valse le continue richieste e denunce per ristabilire le attività, ma soprattutto per sostituire i medici in un settore particolarmente delicato della sanità con risvolti drammatici per i pazienti, per le persone coinvolte e per le famiglie che, con molta discrezione e dignità, nel loro silenzio, cercano di ovviare alla drammaticità delle patologie psichiatriche, particolarmente diffuse.
Manca del tutto una politica di programmazione e di coordinamento tra le divisioni ospedaliere e i CSM, che è causa di continui disservizi.
In tale contesto, l’intera fascia Ionica, in particolare nella attuale pandemia, è sovraccaricata di richieste di interventi psichiatrici, ma continua, per la Direzione Aziendale, la visione ospedalocentrica che considera l’attività psichiatrica territoriale come un sacco da cui attingere come e quando vuole. Con la sottrazione di una unità dai servizi territoriali, vengono a mancare le prestazioni sanitarie, in particolare nei comuni più piccoli , relative alla gestione di problematiche complesse di questi pazienti particolarmente deboli.
I dirigenti aziendali, in presenza di una carenza di personale, anziché considerare la possibilità di spostare e utilizzare medici secondo la graduatoria ASP dei medici psichiatri, si limitano a volte, a trasferirli presso la divisione ospedaliera di Corigliano, che garantisce prestazioni limitate e nessuno ricovero, sebbene l’organico sia quasi completo.
Per ovviare a tali inconvenienti e problematiche, proprio per la particolarità della patologia, sarebbe opportuno attivare e potenziare i CSM per avviare attività di prevenzione e soprattutto applicare terapie costanti “in famiglia”, per evitare disagi e lunghi viaggi quando vengono disposti TSO o ricoveri urgenti nel P.O. di Corigliano, dove pare siano attivi solo due stanze con quattro posti letti (quindi solo due posti letto), di cui una stanza occupata stabilmente da una paziente con disturbi mentali e comportamentali che dovrebbe essere ricoverata in apposita struttura e non in degenza ospedaliera, con costi elevati di assistenza medica e ricovero inappropriato.
Molte volte sono stati ordinati TSO dai comuni con ricoveri in P.O. molto distanti e in altre regioni, addirittura Palermo o Roma, per come constatato di persona, che hanno causato disagi notevoli ai parenti dei pazienti e ulteriori complicazioni agli stessi. È inaccettabile!
Peraltro, come già evidenziato in precedenza, pare che:
- Per coprire i turni ospedalieri per uno o due pazienti, vengono utilizzati i medici dei servizi territoriali.
- Il numero di medici psichiatri territoriali è ridotto a due unità nell’area Jonio Sud ed a tre unità nell’area Jonio Nord, per un territorio che va dal Pollino alla Sila Grande ed alla pre Sila Greca;
- Il numero dei medici nel P.O. di Corigliano è di cinque, compreso il primario, più uno, ossia una unità proveniente volontariamente dal Sert di Castrovillari;
- I posti di ricovero P.O. di Corigliano sono quattro (ma due di fatto dal 2019) di cui uno in una stanza doppia per come già evidenziato, è permanentemente occupato da una paziente;
- Dal 2017, pare che due medici ospedalieri siano stati assegnati ai distretti Ionio Nord e Sud
- I lavori di ristrutturazione nella divisione di psichiatria starebbero durando da molto tempo e nessuno sollecita il completamento immediato;
Infine, si ritiene opportuno evidenziare il meritevole lavoro svolto dagli operatori medici riuniti nei distretti Jonio SUD e NORD, che ha consentito di avere nell’ambito provinciale un bassissimo tasso di TSO proprio per la continua e capillare attività svolta con passione e sacrificio determinando per l’azienda un risparmio notevole di risorse economiche (un ricovero costa, mediamente, 300 euro al giorno).
Tanto è vero che, il rapporto fra ricoverati in reparto (nei vari ospedali della provincia) e pazienti con gravi patologie psichiatriche presenti sul territorio e seguiti ambulatorialmente e domiciliarmente è completamente sbilanciato verso il territorio ed è inversamente proporzionale al numero di operatori.
Per tali motivi, sicuro di interpretare anche le esigenze e le istanze di tanti colleghi sindaci, ma soprattutto delle famiglie di tanti pazienti che purtroppo soffrono di patologie psichiatriche e subiscono con grande dignità le carenze strutturali e assistenziali sanitarie, chiedo di verificare quanto denunciato e di avviare ogni attività e iniziativa utile per accertare omissioni e responsabilità, nonché la soluzione dei problemi, ma soprattutto chiedo di potenziare i servizi CSM territoriali vietando l’utilizzo e/o trasferimento dei medici nei Presidi ospedalieri e ripristinare le attività all’interno del P.O. di Corigliano, per evitare disagi e lunghi viaggi di pazienti particolarmente fragili per i ricoveri, la cui lontananza dalle famiglie potrebbe comportare l’aggravamento della malattia o addirittura l’irreversibilità. Si consideri altresì che, per come a sua a loro conoscenza, gli operatori sanitari dei CSM svolgono anche attività di collaborazione e consulenza con altre istituzioni sanitarie locali e amministrative, per cui è urgente e indifferibile intervenire”.
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