(ASI) Un altro successo delle istituzioni contro il crimine organizzato. Oggi a Latina si è conclusa un'imponente operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli e condotta dai militari della Guardia di Finanza di Roma unitamente alla Squadra Mobile della Questura di Latina che ha portato al sequestro di beni pari a oltre 200 milioni di euro.
Una nota diffusa dal sito istituzionale delle Fiamme Gialle riassume così la brillante operazione:"Circa 250 tra finanzieri e poliziotti stanno procedendo a 20 perquisizioni, ad un arresto e a svariati sequestri disposti dal Tribunale di Napoli nei confronti del gruppo camorristico egemone nell'area di Giugliano in Campania (NA) e con importanti propaggini nelle province di Napoli e Caserta, nel basso Lazio ed in Emilia Romagna. Il valore dei beni e delle aziende oggetto del provvedimento di sequestro si aggira sui 200 milioni di euro.
I reati contestati alla cellula camorristica vanno dall'associazione per delinquere di stampo mafioso, al concorso esterno in associazione camorristica, alla fittizia intestazione di beni e coinvolgono complessivamente 23 indagati. Dopo due anni di serrate indagini, gli investigatori del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e della Squadra Mobile di Latina, sono giunti a disarticolare la struttura di comando e la principale componente economica del clan, in passato già colpito da pesanti provvedimenti cautelari nell'ambito dell'"Operazione Arcobaleno" e dell'"Operazione Caffè Macchiato", anch'esse coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Le investigazioni, basate anche sul riscontro di puntuali dichiarazioni di collaboratori di giustizia che hanno ricoperto ruoli di primissimo piano nelle principali consorterie camorristiche campane, su mirate intercettazioni telefoniche ed estesi accertamenti bancari e patrimoniali, hanno fatto luce sull'indiscusso ruolo della famiglia D. A. nella gestione degli affari illeciti del clan, di cui rappresenta un potente braccio criminale ed economico. La capacità speculativa dei D. A., infatti, unita ad un'intensa capacità d'intimidazione, ha consentito al gruppo criminale investigato di infiltrarsi nel tessuto imprenditoriale non solo della Regione Campania, ma anche del basso Lazio e dell'Emilia Romagna, ove sono stati sistematicamente reimpiegati, in vari settori economici, ingenti capitali di provenienza illecita. Infatti, attraverso una serie di prestanome, legati da vincoli affaristico-criminali ed anche da legami di parentela, la famiglia D. A. è riuscita ad investire notevoli risorse finanziarie, frutto delle svariate attività criminali del clan, nel settore immobiliare, edilizio, turistico-alberghiero, nel commercio di autovetture e nella gestione di parchi di divertimento, così inserendosi nei circuiti dell'imprenditoria legale e condizionando la libera concorrenza tra le imprese (regolari) operanti sul mercato.
L'imponenza dell'operazione di polizia ancora in corso è facilmente desumibile dai provvedimenti cautelari reali in fase di esecuzione, ordinati dal G.I.P. del Tribunale di Napoli il quale, accogliendo le prospettazioni accusatorie dei Magistrati inquirenti della D.D.A. campana, ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di un imprenditore di origini napoletane attivo nel settore edilizio ed immobiliare nelle province di Bologna e Ferrara, sodale del gruppo camorristico, nonché il sequestro preventivo dei seguenti beni: 51 immobili, 1 struttura alberghiera di pregio, 6 aziende commerciali operanti nei settori turistico, alberghiero, edilizio, immobiliare, nel commercio di autovetture e nella gestione di parchi di divertimento e parchi tematici, 22 rapporti bancari, il cui valore è ancora in fase di quantificazione, quote societarie, con i rispettivi beni aziendali, di 3 operatori economici e 17 auto e moto di lusso".