(ASI) Il maltempo senza tregua ha compromesso la prima raccolta di fieno necessario per l’alimentazione di mucche e pecore nei campi finiti sott’acqua in gran parte del Paese.
E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti sugli effetti di una primavera anomala che ha sconvolto i cicli colturali delle produzioni agricole destinate sia agli uomini che agli animali. Dove si sono verificati temporali violenti accompagnati da grandine il fieno è stato steso a terra e reso inutilizzabile ma – sottolinea la Coldiretti - anche dove sono cadute precipitazioni abbondanti è stato impossibile entrare nei campi per effettuare la raccolta. Il risultato – precisa la Coldiretti - è stata la perdita del primo raccolto di fieno nel momento della fioritura che è il più ricco di nutrienti per gli animali negli allevamenti che ora sono costretti a ricorrere all’acquisto di mangimi. Una situazione che aggrava duramente il conto dei danni nelle campagne in una primavera segnata da precipitazioni eccezionali nel mese di maggio particolarmente delicato per l’agricoltura con le semine, le verdure e gli ortaggi in campo, le piante che iniziano a fare i primi frutti. L’anomalia climatica si fa sentire lungo tutta la Penisola dove – precisa la Coldiretti – si è verificata una vera strage per verdure, cereali e frutta con danni a vigneti, agrumeti, oliveti, fragole, albicocche, ciliegie, pesche e cocomeri. A causa di una primavera maledetta si rischia di perdere un frutto su quattro nelle campagne italiane anche se – continua la Coldiretti – bisognerà però attendere ancora qualche settimana per verificare come reagiranno le piante e quantificare l’esatta entità del danno. Lo stato di sofferenza della natura – sostiene la Coldiretti – è reso evidente dalle api con la produzione di miele che quest’anno fino ad ora è praticamente azzerata per il maltempo che ha compromesso molte fioriture e le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre – spiega la Coldiretti – se lo mangiano per sopravvivere. Le intense precipitazioni hanno fatto innalzare il livello di fiumi e gonfiato i grandi laghi verso valori massimi come quello di Como che ha raggiunto un grado di riempimento al 67%, il Maggiore salito al 95% e fino al Garda addirittura al 97% secondo l’ultimo monitoraggio della coldiretti. L’ondata di maltempo fuori stagione è l’evidente conseguenza dei cambiamenti climatici in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici – ricorda la Coldiretti – è ormai la norma, tanto da aver condizionato nell’ultimo decennio la redditività del settore agricolo, con le perdite di raccolti dovute a calamità naturali che hanno assunto un carattere ricorrente. Il risultato – conclude la Coldiretti – è una perdita da 14 miliardi di euro in un decennio per l’agricoltura italiana, tra danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne e perdite della produzione agricola nazionale.